Aborto: si può paragonare all’Olocausto?
Equiparare l’aborto all’Olocausto degli ebrei durante il nazismo è vietato?
In Canada sembra di sì. Si tratterebbe di un paragone politicamente scorretto.
E infatti un gruppo di giovani pro-life è stato condannato addirittura dal ministro dell’Educazione dello stato dell’Alberta, David Eggen, a causa del loro presunto fondamentalismo.
Ma andiamo con ordine raccontando brevemente i fatti. In una scuola cattolica e nel contesto di un lavoro da svolgere in classe, tempo fa alcuni studenti hanno realizzato un video (è possibile visionarlo cliccando al link della fonte da cui abbiamo preso la notizia, in fondo all’articolo) sull’aborto, confrontandolo con lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, soprattutto per quel che riguarda il numero di vittime.
In effetti – lo abbiamo detto molte volte e con noi molte grandi personalità, tra cui Papa Giovanni Paolo II – se è vero, come è vero, che sin dal concepimento ci troviamo di fronte ad un essere umano, ad una persona unica e irripetibile, allora ne dobbiamo dedurre logicamente che l’aborto è un omicidio. E se è un omicidio (oltretutto di un bambino innocente e indifeso, ucciso nel luogo che per lui dovrebbe essere il più sicuro e amorevole, come la pancia della mamma), considerando tutti gli aborti che avvengono nel mondo possiamo a buon diritto parlare di genocidio e di sterminio senza pari. Con l’aggravante che nessuno ne parla e anzi, viene incoraggiato dagli Stati e dagli organismi internazionali, che lo considerano un diritto.
Gli studenti ‘incriminati’ questo hanno detto e questo hanno dimostrato, in maniera inoppugnabile. Ma proprio per questo su di loro è caduta una pioggia di critiche. 
Il ministro Eggen già citato ha parlato di odiosa propaganda. Più grave ancora però è la posizione assunta dal distretto locale delle scuole cattoliche, che si è schierato totalmente col governo. In pratica anche per le autorità cattoliche il video risulta essere inopportuno e inaccettabile in un istituto che comunque riceve fondi pubblici. “Ogni paragone con l’Olocausto per rafforzare un’altra idea non è un metodo accettabile di comunicazione“, ha fatto sapere Guy Pellettier, presidente del consiglio delle scuole regionali cattoliche.
Al momento a prendere le difese del video e dei ragazzi è stato solo John Carpay, del Centro di Giustizia per le Libertà costituzionali di Calgary, il quale ha qualificato la presa di posizione di Eggen come una interferenza nel diritto dei genitori e una violazione della libertà religiosa. Diritti cui molti cattolici, sempre pronti ad auto-censurarsi, non sembrano credere più.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews

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