Don Antonio Giullare

Abbandoniamo il sepolcro in fretta, con gioia grande e non abbiamo paura, come ci suggerisce l'angelo in questo lunedì che segue la Pasqua. 
Non è facile abbandonare il sepolcro, superare il dolore, lasciarci alle spalle una visione dolente della fede cristiana. 
Ci sentiamo molto più coinvolti dalla croce di Cristo che dal sepolcro vuoto! 
È molto più semplice condividere una sofferenza che una gioia! 
La gioia cristiana è una tristezza superata! 
Ma, come vedremo, dobbiamo darci del tempo per convertirci alla gioia, è un percorso difficile, ancora più difficile della conversione al Dio di Gesù. 
Quella tomba vuota è il centro della nostra fede, se Gesù non è risorto, come scrive san Paolo, la nostra fede è inutile e vana e Gesù sarebbe solo uno dei tanti utopisti della storia finiti male... 
Perciò da sempre quell'evento è stato ridimensionato, negato, rifiutato. 
La preoccupazione del Sinedrio che corrompe i soldati è la prima di una infinita serie di negazioni che sono giunte fino a noi oggi... 
Ma, con fede, i discepoli ancora proclamano che il Signore è veramente risorto, che è apparso ai dodici e che ora regna presso il Padre, alleluia!

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