Riflessioni sulla vita e sulla fede… in punta di mouse

Ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto una passeggiata con Dio!

E se fosse tutta una finta?
Se Gesù non fosse risorto e gli apostoli si fossero inventati tutto?
Se tutta ‘sta storia della resurrezione fosse una specie di burla storica arrivata fino a noi e tenuta in vita dall’istintiva voglia di illuderci che la
morte sia solo un passaggio?
Ecco: in questi frangenti penso a quel che disse Charles Colson(politico e collaboratore di Nixon): 
“So che la risurrezione è un fatto e la faccenda del Watergate me lo dimostra. Come? Perché dodici uomini testimoniarono di aver visto Gesù risorto dai morti, poi proclamarono quella verità per quarant’anni, senza mai rinnegarla. Tutti furono picchiati, torturati, lapidati e incarcerati. Non avrebbero 
sopportato quelle cose se non fosse stata la verità. Nel caso Watergate furono implicati dodici degli uomini più potenti della terra e non riuscirono a sostenere una bugia per più di tre settimane. Volete dirmi che dodici apostoli riuscirono a sostenere una bugia per quarant’anni? Assolutamente impossibile.”

Ha ragione Colson: se la risurrezione di Gesù fosse stata tutta una bugia architettata da un gruppetto di seguaci, avrebbe avuto le gambe cortissime.
(Per chi volesse, in questo link c’è un approfondimento breve, sintetico e realistico, intitolato:“La Resurrezione di Gesù. Un fatto vero!”http://xoomer.virgilio.it/cavalieridellaverita/circolari/Circolare90.htm )

Della resurrezione la cosa che mi affascina moltissimo è l’idea che ora, Gesù, è vivo e sta accanto a me.
Anche accanto a te che leggi.

E’ vivo ed è qui.
Mi guardo a destra e a sinistra.
Quant’è distante l’illusionedalla fede?
L’autosuggestione dallaPresenza?

Il  cristianesimo non è una religione ma una Presenza.

Gli apostoli non si sono fatti ammazzare per testimoniare una morale ma Gesù.
Qualche volta, purtroppo, sono gli stessi cristiani a mettere così in risalto norme e regole morali, da riuscire a far sbiadire la bella notizia della risurrezione.
Il passa 
parola della gioia si blocca e viene sostituito dalle battaglie dottrinali.

Invece (oggi come ieri) Gesù viene accolto per contagio di Speranza.
E’ quel «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» che ha bisogno di sentire ancora «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
La nostra anima ha bisogno di passeggiare con Gesù. I nostri piedi stanchi hanno bisogno di risentire «il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla
brezza del giorno». Ad Emmaus, quella passeggiata dell’inizio dei tempi, interrotta per paura e finita con un Adamo ed Eva nascosti, è stata ripresa. Dio ha ricominciato a camminare con noi.

Ama sentirci riflettere. «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?»   Lui sa tutto. Ma che importa. Pur di stare con noi, fa la parte dell’ingenuo.

E questa volta né Clèopa e né l’amico si nasconderanno dallo sguardo di Dio. Nessuno avrà paura. Ci sarà solo una profonda, immensa, strabordante gioia. «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»
Ogni uomo che nasce su questa terra, anche il più cattivo o il più cretino o il più testardo o il più… che ci sia, almeno una volta nella vita, ha fatto almeno una passeggiata con Dio ed ha “sentito” che quel giorno, in quel momento, lui non era da solo.  Ognuno di noi,almeno una volta nella vita, ha avuto la possibilità di godersi la vita con Dio.

Basta non fissarsi sulla delusione del venerdì. Dio passeggia sempre con noi. 
Vorrei far conoscere una “passeggiata con Dio” raccontata nel film: Miracoli dal Cielo (qui trovate il trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=tjPj2RULzwU ). 
Il film (tratto dal libro a destra e di cui potrete leggere il primo capitolo, quihttp://api2.edizpiemme.it/uploads/2016/10/566-5506-3_Miracoli-dal-cielo.pdf  )racconta la  vera storia di Annabel Beam, una bambina che a soli cinque anni, tra fitte addominali atroci e continui ricoveri urgenti, scopre di avere una rara ed incurabile malattia che le paralizza l’intestino, creando ostruzioni, sofferenze, pancia gonfia ed obbligandola ad un’alimentazione dolorosa fatta con i sondini.

Un giorno del dicembre 2011, Annabel sta giocando sul prato della sua casa, in Texas, con le sorelle Abigail e Adelynn. Si erano arrampicate su un grosso pioppo ma il ramo su cui erano sedute (a circa dieci metri da terra) non regge il loro peso e Annabel cade a testa in giù, all’interno del tronco cavo dell’albero, restando incastrata.

Il tonfo, la paura, i pompieri, le telecamere, le lacrime…
In quella notte tremenda, la famiglia, disperata, abbraccia il tronco dell’albero invocando Dio. Annabel, nel frattempo, è all’interno del tronco, come morta. E’ in quel momento, ha detto Annabel, che lei vede Gesù.

Il cielo era molto luminoso e tutto era molto tranquillo. Non c’era dolore, ed è per questo che volevo rimanere. Mi sono seduta sulle ginocchia di Gesù e gli ho chiesto se potevo rimanere con lui. Ha detto: “No, Annabel, ho dei piani per te sulla Terra che non è possibile completare in cielo, ma appena i vigili del fuoco ti tireranno fuori, non ci sarà niente di sbagliato in te.”

Dopo ore di tentativi, i vigili del fuoco riescono a tirar fuori di lì la bambina e portarla all’ospedale. Ma nessuno può immaginare quel che sta per accadere. Una serie di miracoli, guarigioni e conversioni stanno per entrare nella vita dell’intera famiglia di Annabel, lasciando cuori stracolmi di gioia. Ma è il discorso finale della mamma (fatto nella chiesa ed alla presenza di tante persone sofferenti) che apre il cuore.
ll regista, attraverso le parole emozionate di questa donna, fa rivedere la prima parte del film, dal punto di vista di Dio. E’ lì, ogni spettatore apre gli occhi e si accorge. Finalmente tutto è chiaro. In ogni sequenza di dolore e di paura, Gesù stava camminando accanto a loro. Guardi quel finale, ascolti quelle parole e pensi: Siamo tutti sulla strada per Emmaus, con Gesù al nostro fianco“.


“Mi sembrava che Gesù mi camminasse sempre a fianco… Sentivo chiaramente che mi stava sempre al lato destro, testimone di ciò che facevo e mai potevo dimenticare, se appena mi raccoglievo un pochino o non ero molto distratta, che Lui era accanto a me”. (S. Teresa d’Avila)

Commenti