Lo smartphone sparirà, prima di quanto pensi. E il mondo non sarà più lo stesso

Matt Weinberger

Un giorno, non troppo presto – ma comunque prima di quanto pensiate – lo smartphone sparirà completamente, allo stesso modo con cui, prima di lui, lo hanno fatto i cercapersone e i fax.
State tranquilli: manca ancora probabilmente almeno un decennio a qualsiasi tipo di significativo crollo dello smartphone. (E se saremo tutti cyborg entro il 2027, mi rimangio volentieri le parole. Ammesso che ancora mangeremo).
Eppure, pezzo per pezzo, le basi per la scomparsa dello smartphone sono in costruzione. E i “muratori” sono Elon Musk, Microsoft, Facebook, Amazon, e un numero incalcolabile di start-up che hanno ancora un ruolo da svolgere.
E lasciatemelo dire: quando e se lo smartphone morirà davvero, allora il mondo non sarà più come prima. Non solo in termini di prodotti individuali, ma in termini di come viviamo realmente le nostre vite quotidiane e forse in termini della stessa umanità.
Ecco un breve sguardo al lento e inarrestabile cammino verso la morte dello smartphone — e a come apparirà il mondo post-smartphone.

Il breve termine

La gente pensa all’iPhone e agli altri smartphone ad esso ispirati come a dispositivi rivoluzionari – abbastanza piccoli da portarseli ovunque, abbastanza potenti da gestire un numero sempre maggiore di attività quotidiane, e ricchi del giusto mix di telecamere e sensori GPS per rendere possibili applicazioni come Snapchat e Uber.
Ma considerate lo smartphone da un’altra prospettiva: il PC e i portatili sono costituiti da una combinazione di mouse, tastiera e monitor. Lo smartphone ha semplicemente preso quel modello, lo ha ridotto, e ha reso l’input virtuale e sensibile al tocco.
Prendete, per esempio, il Samsung Galaxy S8, appena lanciato. 
È bellissimo con un sorprendente schermo senza spigoli e un po’ di vera potenza al suo interno. E’ impressionante, ma è più un miglioramento che una rivoluzione.
Significativamente, però, il Galaxy S8 è dotato di Bixby, un nuovo assistente virtuale che Samsung promette un giorno vi lascerà controllare ogni singola funzione e app con solo la vostra voce. Sarà anche disponibile con una nuova versione della cuffia di realtà virtuale Gear VR, sviluppata in collaborazione con Facebook Oculus.
Anche il prossimo iPhone, si dice, avrà gli aggiornamenti per l’assistente Siri, insieme con le funzioni volte a portare la realtà aumentata al grande pubblico.
E via via che dispositivi come Amazon Echo, la Sony PlayStation VR, e l’Apple Watch continuano a godere di limitato ma sostanzioso successo, aspettatevi di vedere più aziende tech grandi e piccole rischiare e fare più esperimenti sulla prossima ondata di interfacce informatiche.

Il medio termine

Nel medio termine, tutte queste diverse tecnologie sperimentali e in fase 1 inizieranno a prendere la forma di qualcosa di familiare, ma bizzarro.  Microsoft, Facebook, Google, e Magic Leap, supportato da Google, stanno lavorando per costruire cuffie autonome per la realtà aumentata, che proiettano immagini 3D dettagliate dritto negli occhi. Anche Apple si dice che sia al lavoro su questo.

Alex Kipman di Microsoft ha recentemente dichiarato a Business Insider che la realtà aumentata potrebbe tranquillamente sostituire smartphone, televisore, e qualsiasi altra cosa abbia uno schermo.
A questo punto non è più molto utile un dispositivo separato che avete in tasca, se tutte le chiamate, chat, film e giochi vi vengono proiettati dritti negli occhi e sovrapposti sul mondo intorno a voi.
Allo stesso tempo, gadget come l’Amazon Eco o gli AirPods di Apple diventano sempre più importanti in questo mondo
Poiché i sistemi di intelligenza artificiale come Siri di Apple, Alexa di Amazon, Bixby di Samsung, e Cortana di Microsoft diventano più intelligenti, ci sarà un aumento non solo di persone che parlano con i computer, ma di computer che ci rispondono.
In altre parole, i computer interferiranno con i vostri sensi, più di quanto già fanno, con vista e udito intermediati dalla tecnologia.
Fa un po’ paura.
La promessa, però, è un mondo in cui vita e tecnologia si mescolano senza soluzione di continuità. Le principali aziende di tecnologia promettono che questo futuro significa un mondo di minori distrazioni tecnologiche e più equilibrio, poiché mondo fisico e digitale diventano la stessa cosa. Sta a voi decidere che effetto vi fa tutto questo.

Il, pazzesco, futuro

Eppure, tutti quegli investimenti per i prossimi 2-3 lustri si basano ancora su gadget che si devono indossare, anche si tratta solo di un paio di occhiali. Alcuni dei più folli, più lungimiranti, e più imprevedibili progressi vanno ancora oltre – a condizione che siate disposti ad aspettare qualche decennio in più.
Questa settimana abbiamo potuto dare il nostro primo sguardo a Neuralink, una nuova società patrocinata da Musk con l’obiettivo di costruire computer nel nostro cervello per mezzo della “stringa neurale”, una tecnologia che è ancora in una fase inzialecostruita nella nostra testa per connetterla a un computer.
È il passaggio successivo, che va persino oltre quella fusione dei mondi digitali e fisici, dal momento che l’umano e la macchina diventano una sola cosa.  Supponendo che la tecnologia funzioni – e un sacco di persone intelligenti credono che lo farà – questo è il punto finale più logico della strada su cui ci hanno messo gli smartphone. Se gli smartphone ci hanno dato l’accesso alle informazioni e la realtà aumentata mette le informazioni di fronte a noi quando ne abbiamo bisogno, il mettere poi stringhe neurali nel nostro cervello colma semplicemente il divario.
Musk ha detto che ciò avviene perché lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – alla base di un sacco di altre tecnologie, tra cui gli assistenti vocali e la realtà virtuale – significa che gli esseri umani dovranno “sviluppare” se stessi proprio per tenere il passo con le macchine.
L’idea della fusione uomo/macchina è terrificante, con scrittori di fantascienza, tecnologi e filosofi che hanno buona ragione di chiedersi che cos’è che ci rende esseri umani. Allo stesso tempo, l’idea è così nuova che nessuno sa veramente come sarà questo mondo nella pratica.
Quindi, se e quando lo smartphone morirà, sarà in realtà la fine di un’era da più di un punto di vista.
Sarà la fine di dispositivi che ci portiamo dietro passivamente e l’inizio di qualcosa che collega i nostri corpi direttamente al flusso e riflusso delle informazioni digitali. Sarà… strano.
Eppure, un sacco di tecnologi già dicono che gli smartphone ci danno superpoteri con l’accesso alla conoscenza, alla saggezza e a capacità al di là di tutto ciò che la natura ci ha dato. In un certo senso, aumentare la mente umana sarebbe il superpotere finale.
O, forse, sono solo un ottimista.



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