Gli interventi di Carlo Climati – Esistono lobby gay nella Chiesa Cattolica?

Ultimamente si sente spesso parlare della presunta esistenza di “lobby gay” e di “gruppi di pressione” all’interno della Chiesa Cattolica.
Lo scopo di questi gruppi, secondo quanto si dice, sarebbe quello di infiltrarsi negli ambienti cattolici per promuovere l’omosessualità.
Vorrei proporre una mia riflessione, per cercare di dare un contributo sereno al dialogo su questo argomento. E vorrei partire dal racconto di un’esperienza personale.
Negli anni novanta feci amicizia con un sacerdote che mi parlò di un gruppo di persone omosessuali cattoliche, che si riuniva a Roma per pregare e vivere un’esperienza comunitaria di spiritualità.
Ebbi la possibilità di conoscere alcune di queste persone e di dialogare amichevolmente con loro. Alcune di loro erano davvero belle persone, profonde, con il cuore pieno d’amore per Dio e per la Chiesa.
Possiamo, quindi, dire con certezza che la presenza di gruppi di persone omosessuali e transessuali cattoliche non è una novità. E’ una realtà che esiste già da molto tempo, anche prima degli anni novanta, in cui l’ho conosciuta io.
Che cosa è cambiato da allora? Qualcosa, finalmente, sta cambiando. Questi gruppi stanno gradualmente uscendo da una dimensione di oscurità e cominciano a vedere la luce.
Fioriscono iniziative culturali, convegni, assemblee, incontri interreligiosi, pagine di dialogo sui social network…
Io penso che tutto questo sia un bene per la Chiesa Cattolica. Una grande opportunità per vivere quella cultura dell’incontro che il Papa ci invita ad abbracciare. Non con le parole o con slogan melliflui, ma nei fatti e nella concretezza della vita quotidiana.
Torniamo, quindi, al tema della mia riflessione: esistono “lobby gay” nella Chiesa Cattolica? La mia risposta personale a questa domanda è NO.
Quello che sta accadendo non è frutto di pressioni e di complotti occulti. E’ un fatto naturale.
La vita, spesso, è molto più semplice di come viene dipinta. Non esistono, secondo me, “lobby gay”. Sono i tempi che stanno cambiando.
Ci sono vescovi, suore, sacerdoti, e anche molti cattolici laici, che si prendono a cuore la sofferenza di chi ha vissuto finora in uno stato di emarginazione. Non sono alimentati o finanziati da lobby occulte. Stanno solo prendendo coscienza della necessità di un cambiamento. Un cambiamento che può avere tanti nomi: amicizia, dialogo, accoglienza, abbraccio fraterno.
Tutti noi abbiamo una coscienza. E questa coscienza ci aiuta a comprendere l’infinito valore dell’accoglienza e dell’inclusività, in ogni ambiente della nostra vita.
L’amicizia e l’accoglienza delle persone omosessuali è uno dei tanti aspetti dell’inclusività. Ma ha una caratteristica tutta sua.
Fateci caso! Il solo parlarne scatena, a volte, reazioni astiose da una parte del mondo cattolico.
Proviamo a fare un esempio. Io non capisco perché si debba avere paura delle veglie di preghiera per le persone omosessuali vittime di violenza, bullismo e discriminazione. Perché ci si scandalizza di fronte a queste manifestazioni spontanee di silenzio e di raccoglimento?
Abbiamo vegliato e pregato, giustamente, per tanti altri esseri umani strappati alla vita: gli immigrati sepolti in mare, i bambini non nati, le donne violentate ed uccise…
Se si cerca di pregare per una vittima omosessuale si ergono immediatamente i muri. Eppure l’inclusività dovrebbe valere per tutti. Non esistono persone di serie A e persone di serie B.
Per concludere, cerchiamo di essere più sereni e mettiamo da parte la tentazione del facile giudizio degli altri. Pensiamo davvero a quali frutti meravigliosi può dare la cultura dell’incontro! Sforziamoci di viverla con lo stesso amore e la stessa tenerezza che Papa Francesco manifesta nei suoi bellissimi gesti quotidiani!

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