IL LINGUAGGIO DEL CAGNOLINO


Rincasavo frettolosamente nel tardo pomeriggio, 
desideroso solo di una buona doccia e il solito riposino sul divano. 
Ero stressato e un po’ nervoso per dei problemi sorti al lavoro. 
Giornata di metà autunno, con una pioggerellina che entrava nelle ossa.
Lungo la strada del ritorno, ho incontrato i soliti poveri, 
ai quali ho dato i soliti spiccioli, 
ricambiato dai soliti cenni di ringraziamento, 
ma con la solita insoddisfazione che mi rimaneva dentro 
dopo quel piccolo gesto di carità. 
Era facile, troppo facile, mettere le mani in tasca e sentirsi a posto in coscienza. 

Stavo attraversando la strada che porta a casa mia, 
quando mi sono accorto che dietro di me camminava 
un cagnolino tutto bagnato, col pelo arruffato. 
Mi fermavo e lui si fermava. 
Camminavo e lui camminava. 
Davanti al portone di casa ho tentato di accarezzarlo, 
ma lui si allontanava per poi ritornare vicino.
L’acqua che scendeva la vinse sulla curiosità ed entrai in casa.
Affacciandomi alla finestra vidi il cagnolino seduto con la testa
che guardava in su verso la mia finestra. 
Allora decisi che aveva fame, 
scesi e offrii un po’ di pane e un po’ di latte in una scodella. 
Ma non dette neanche uno sguardo al cibo, 
fissava i miei occhi, 
facendo due passi indietro e ritornando vicino a me. 
Per tre o quattro volte si allontanava da me e poi ritornava.

Non conoscendo affatto il linguaggio canino, 
intuii però che dovevo seguirlo. 
E così feci. 
Mi condusse ai margini di un prato, 
vicino ad un cespuglio robusto. 
Si sdraiò davanti ad una cagnolina che stava allattando 4 cuccioli. 


La bellezza di quella scena mi riempì il cuore di tenerezza 
e gli occhi di lacrime. 
Prima, non ha voluto né acqua né cibo, 
voleva solo che fossi presente. 

Non conosco il linguaggio degli animali, 
chissà quante volte non ho capito quello delle persone!........

di Mauro Don Manzoni

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