Buoni propositi per il nuovo anno, 
elencati alla rinfusa

Capire che niente di quello che possa fare in quest’anno 
avrà un senso se la mia vita non diventerà preghiera

di COSTANZA MIRIANO 

Buoni propositi per il nuovo anno, 
elencati assolutamente alla rinfusa, 
in ordine di venuta in mente alle 4 e 19 di notte, 
al termine di una giornata faticosa 
e di una notte passata a scrivere 
sotto i fumi della Coca light e del taleggio. 
Allora, si diceva dunque propositi per il nuovo anno:

Uscirne indenne.

Uscire dalla dipendenza da sostanze non sane 
quali il taleggio, le arance disidratate, 
il Nespresso Arpeggio con la panna.

Uscire prima la mattina per portare le piccole a scuola 
(non ci riesco mai) e cercare così di risalire nella scala sociale 
delle madri che arrivano sul piazzale della scuola 
un quarto d’ora prima della campanella già truccate e aggiornate 
sulla ricerca di storia, e poi arrivare anche in tempo a messa, 
invece che essere una paria delle genitrici, 
sempre per ultima (se arrivo), 
con la tuta sopra la sottoveste da notte, 
e sempre in ritardo alla ..ssa (l’inizio lo manco sempre).

Uscire (amo le anafore) più spesso con uomini 
approvati dalla Chiesa cattolica (mio marito) 
per andare al cinema o in altri posti strambi 
quali il fast food srilankese a mangiare lenticchie alla salsa di cocco 
abbuffandoci con sette euro a testa.

Imparare ad amare i miei figli prima che cambino, 
lì dove sono adesso, 
con uno sguardo carico di speranza.

Ringraziare più spesso mio marito 
per tutto quello che fa per me.

Imparare a usare il fornetto per lo smalto semipermanente 
e farmelo regalare dal consorte 
invogliandolo col miraggio di serate finalmente 
prive di puzza di acetone 
(invece l’aceto balsamico del mio insalatone serale
 temo che lo dovrai sopportare lo stesso, caro) 
perché quello si mette ogni tre settimane 
invece che ogni tre ore.

Correre una maratona.

Scrivere un libro. 
(Lo so, una cosa esclude l’altra, 
perché c’è questa strana cosa delle giornate di 24 ore 
che mi tarpa un po’ le ali, e quindi scriverò il libro per l’alto, 
profondissimo, nobilissimo, artistico motivo 
che ho firmato un contratto e ricevuto un anticipo).

Convertirmi.

Ritrovare i guanti con dentro la pelliccia.

Scoprire il sacro Graal della cucina, 
un piatto che piaccia moltissimo a tutti e sei.

Riarredare la mia casa con molta eleganza e pochi soldi.

Rispondere a tutte le mail arretrate.

Vedere tutti gli amici arretrati.

Imparare ad amare meglio quelli che mi sono affidati, 
a partire dai più vicini.

Convincere qualcuno ad aprire un laboratorio 
di spidocchiamento bambini con esperti bravissimi pazienti 
e simpatici che mi sollevino dalla penosa tortura 
del controllo serale.

Capire quali inviti a conferenze accettare 
e quali rifiutare senza tradire la mia missione di apostolato 
né quella di moglie e mamma.

Capire che niente di quello che possa fare in quest’anno 
avrà un senso né una possibilità di riuscita seppur minima 
se la mia vita non diventerà preghiera, 
e quindi se non partirò dall’allargare decisamente 
gli spazi destinati solo alla preghiera 
(quella “mentre” va bene, ma non è la stessa cosa).

Diventare figlia di Dio.

Non rileggere questo testo prima di pubblicarlo 
perché so che mi verranno in mente molte altre cose 
più intelligenti e nobili ma sono le 4.43 e bon, 
si va a letto, 
tanto si sa che fine fanno i buoni propositi. 
Magari il 3 gennaio butto giù un’altra lista, 
secondo me una tolleranza di tre giorni per la falsa partenza 
è prevista......

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