Finché morte non vi separi della vostra pena.....

In carcere sembra che i cancelli scricchiolino di ferraglia 
solo quando li aprono, 
invece quando li chiudono non fanno nessun rumore, 
forse perché sono abituati a stare sempre chiusi. 
(Diario di un ergastolano www.carmelomusumeci.com)

Dopo le dichiarazioni di Papa Francesco 
che ha definito la condanna alla pena dell’ergastolo 
“Una Pena di Morte Nascosta” 
sto raccogliendo centinaia di certificati di detenzione 
dai carceri di tutta Italia, 
perché  gli uomini ombra 
(così si chiamano gli ergastolani fra loro) 
hanno deciso di contarsi da soli.

Per dare voce ed un po’ di luce agli ergastolani,
insieme allo scrittore Aldo Nove, 
abbiamo in progetto di pubblicare un libro 
rendendo pubblici i certificati di detenzione 
di molti ergastolani in Italia. 
Me ne sono già arrivati varie centinaia 
ed ho notato sia nei funzionari dell’amministrazione pubblica 
che di quella giurisdizionale 
una fantasia creativa veramente spregiudicata. 
Passano dalla vecchia formula fine pena mai scritta in rosso, 
al fine pena 9.999 
o a quello ancora più incredibile del fine pena 99/99/999.    

 Penso che sia proprio irragionevole che in uno Stato di Diritto 
si scriva in un certificato di detenzione di un condannato 
fine pena 9.999, perché a mio parere sarebbe molto più serio scrivere 
“finché morte non vi separi dalla vostra pena”. 
In carcere, purtroppo, tutto quello che è assurdo è realistico.

Quello che però in questi giorni mi ha colpito 
in questa conta di morti viventi, 
è stato leggere in un’ ordinanza della Corte di Assise 
di Appello di Catania la formula fine pena 
"fino alla morte del reo”.

Dato che ho letto da qualche parte 
che la vita media si sta allungando, 
questa brutta notizia mi ha fatto riflettere 
che più tempo sto in vita e più carcere farò. 
Poi ho pensato che gli ergastolani hanno un rapporto speciale 
con il tempo, in particolare con il futuro. 
In pratica per noi il futuro non esiste 
perché tutto continua a essere presente. 
E sempre lo sarà. 
Ed è un presente che terribilmente si dilata in un minuto qualsiasi. 
In un’ora qualsiasi. In un giorno qualsiasi di qualsiasi giorno. 
Non ci accorgiamo neppure d’invecchiare, 
perché invecchiano solo le persone che vivono. 
E noi non viviamo. 
Ci teniamo solo in vita. 
La cosa più assurda è che lo facciamo 
solo per continuare a sopravvivere. 
E lo facciamo in mezzo al nulla perché questa condanna 
è diversa da tutte le altre pene perché è una pena del diavolo 
che rasenta il sovrannaturale. 
Se non sai il giorno, il mese e l’anno che finirà la tua pena 
praticamente sei perso nel nulla. 
E non hai davanti a te nessun orizzonte.
A mio parere la condanna perpetua 
ad essere cattivo e colpevole per sempre 
rende ingiusta e crudele la giustizia, 
più della pena di morte. 
E alla lunga la pena dell’ergastolo ti penetra nel corpo, 
nella mente, nel cuore e nell’anima. 
Alla lunga ti uccide, ma, maledizione, 
lo fa lasciandoti vivo, 
“finché morte non vi separi dalla vostra pena”.

 Carmelo Musumeci

Carcere di Padova, gennaio 2015







N.B. I certificati di detenzione che allego a questo articolo 
parlano più di tante parole 
e rispondono a tutti coloro che sostenono che 
“In Italia l’ergastolo non se lo fa nessuno…”   
Sono due esempi, 
ma ne abbiamo veramente tanti come questi!

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