Le ragioni della speranza

DOMENICA 1 FEBBRAIO 2015

La liturgia della Parola domenicale commentata
da padre Ermes Ronchi 

"Insegnava loro come uno che ha autorità..."
Marco (Capitolo 1, versetti 21-28)


La gente si stupiva del suo insegnamento.
Come la gente del lago, anche noi ci incantiamo 
ogni volta che incontriamo qualcuno che ha parole
che trasmettono la sapienza del vivere;
parole che toccano il centro della vita 
perché nate dal silenzio, dal dolore,
dal profondo, dalla vicinanza al Roveto di fuoco.
Gesù insegnava come uno che ha autorità. 
Autorevoli sono soltanto le parole che nutrono la vita 
e la fanno fiorire; quelle non solo annunciate,
pur buone come semi buoni, ma incarnate e realizzate. 
Il messaggio di Gesù è autorevole perché in lui 
è diventato sangue e vita. 
La sua persona è il messaggio.
Infatti leggiamo nel seguito del brano:
C’era là un uomo posseduto da uno spirito impuro. 
Il primo sguardo di Gesù si posa sempre sulle fragilità dell’uomo 
e la prima di tutte è l’assenza di libertà, 
questo essere “posseduti”, prigionieri di qualcosa di più forte.
Ed ecco che Gesù non parla di Dio, 
lui è il Dio che si fa vicino con amore a chi ha il cuore ferito, 
lui è il Dio che guarisce la vita.
E si oppone a ciò che fa male all’uomo.
I demoni se ne accorgono: 
che c’è fra noi e te Gesù di Nazaret? 
Sei venuto a rovinarci? 
Sì, Gesù è venuto a rovinare tutto ciò che rovina l’uomo,
a demolire prigioni; a portare spada e fuoco 
per tagliare e bruciare tutto ciò che non è amore. 
A rovinare il regno dei desideri sbagliati 
che si impossessano dell’uomo: 
denaro, successo, potere, egoismi.
Ad essi, padroni del cuore, Gesù dice due sole parole: 
taci, esci da lui.
Tace e se ne va questo mondo sbagliato.
Va in rovina, come aveva sognato Isaia, 
vanno in rovina le spade e diventano falci, 
si spezza la conchiglia e appare la perla. 
Perla della creazione è l’uomo libero e amante.

Questo Vangelo mi aiuta a valutare la serietà del mio cristianesimo 
secondo due criteri:
- opporsi e lottare, come Gesù, 
contro tutto ciò che fa male all’uomo;
- respirare, come lui, aria di libertà 
da tutto ciò che soffoca la nostra umanità,
da tutte le maschere e le paure, 
le indifferenze e le chiusure.
Posso farlo, se il Vangelo diventa passione e incanto. 
Patimento e parto. 
Allora scopro “Cristo, mia dolce rovina” (Turoldo), 
che rovina in me tutto ciò che non è amore, 
getta via dalle mie braccia le cose vane 
e dilata gli orizzonti che respiro.........

Commenti