Corriere della Sera


Frequentato da tutti, si impara la lingua dei segni: grande successo

di Antonella Cignarale

Come far interagire sordi e udenti: questa è la prima domanda che si sono posti i ragazzi che due anni fa hanno aperto il Senza Nome. Siamo di fronte allo storico Mercato delle Erbe di Bologna e all’ingresso del locale c’è un’enorme lavagna dove si legge: “Se al bancone vuoi ordinare usa la Lingua dei Segni, i bigliettini in bacheca, scrivi sui foglietti, gesticola, trova tu una soluzione”.
Qui prodotti come il vino e i succhi di frutta provengono da aziende gestite da sordi, un modo per fare rete ed incentivarle, perché ci spiega Alfonso Marrazzo, il gestore del locale: “Le esperienze e il patrimonio culturale delle nostre generazioni è stato tramandato con tempi diversi rispetto a quelli degli udenti. Questo non vuol dire che non siamo capaci, ma che abbiamo i nostri modi e tempi”.
Il locale è un riferimento per molti sordi di tutta Italia, non solo perché è un luogo dove le persone si incontrano e si confrontano alla pari, ma anche per le numerose iniziative culturali che organizza: in un solo giorno abbiamo trovato la proiezione di un documentario sulle testimonianze dei sordi sulla II Guerra Mondiale, così come un laboratorio di arte terapia organizzato da associazioni locali, a riconferma che diverse realtà, di sordi e non, si possono incontrare con obbiettivi di scambio e progettualità. Un’interazione che, con la collaborazione dei commercianti vicini, spesso si estende anche al di fuori del locale, creando situazioni conviviali lungo la via.

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