Caritas Internationalis

di Gianni Epifani, Sacerdote rogazionista,
giornalista e regista 
della Santa Messadi RaiUno

Non sogni, ma ideali

Towards a civilization love 
è il motto di Caritas Internationalis.
Significa verso una civiltà dell’amore, 
che è la più alta espressione dell’umanità.
L’idea di civiltà dell’amore conduce a Paolo VI, 
colui cui si deve il conio di questa espressione 
e l’intuizione che ne è alla base, 
che interpreta una delle più autentiche 
aspirazioni dell’uomo: vivere in una società 
giusta e senza odio. 
“La civiltà dell’amore, terrena e umana 
– asseriva papa Montini –, 
è ravvisabile in un insieme di società, strutture, 
istituzioni, regole – civili, economiche, giuridiche, culturali – 
che, mentre organizzano e sostanziano la convivenza,
vengono configurate e dinamizzate da un ethos di comunione 
e di promozione reciproca tra persone e tra popoli”.
Un uomo che vive solo per soddisfare 
i propri istinti egoistici, tratto tipico della modernità 
e fenomeno purtroppo largamente diffuso, 
è “un uomo inferiore”, 
per dirla con lo scrittore turco Fethullah Gülen.
Un uomo dunque incompleto, 
che vive al di sotto della sua condizione e dignità, 
che, in sostanza, non è capace di caricarsi 
e sostenere sulle spalle la pesante 
ma edificante responsabilità
della prossimità ai suoi simili. 
La pienezza dell’essere umano si concretizza, infatti, 
nel servire l’umanità e sapersi donare ai suoi bisogni.
La civiltà dell’amore insegna questo; 
chiede di superare la visione egocentrica ed egotista,
di andare oltre il recinto angusto e arido 
della pigrizia e dell’indifferenza, 
di considerare che l’esistenza fortunata 
di cui siamo stati destinatari
non è un dono fine a se stesso 
ma una componente di un progetto divino 
che ci vuole impegnati in favore dei fratelli bisognosi.

E non si tratta di un’utopia, 
di un modello ideale irraggiungibile. 
La civiltà dell’amore è un mondo possibile,
fondato sulla giustizia e lo sviluppo integrale dei popoli. 
“Sogniamo noi forse – si chiedeva Paolo VI 
nell’udienza del 31 dicembre 1975 –
quando parliamo di civiltà dell’amore? 
No, non sogniamo. 
Gli ideali, se autentici, se umani, non sono sogni, sono doveri. 
Per noi cristiani specialmente. 
Anzi tanto più essi si fanno urgenti e affascinanti, 
quanto più rumori di temporali turbano 
gli orizzonti della nostra storia. 
E sono energie, sono speranze”.
È questo ciò che muove la realtà di Caritas Internationalis, 
in prima linea per combattere la povertà, 
promuovere la giustizia e restaurare la dignità umana. 
Un impegno concreto e fruttuoso 
che merita di essere promosso, non perché non lo si conosca, 
ma perché lo si riscopra come progetto 
che dà concretezza agli ideali di cui parlava Montini; 
ideali che, sosteneva il Pontefice, 
prevarranno “nell’affanno delle implacabili lotte sociali” 
e daranno “al mondo la sognata trasfigurazione 
dell’umanità finalmente cristiana”.

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