Le ragioni della speranza

DOMENICA 28 GIUGNO 2015

La liturgia della Parola domenicale
commentata da padre Ermes Ronchi 

Gesù cammina verso una casa 
dove una bambina di 12 anni è morta, 
cammina accanto al dolore del padre e lo conforta: 
“Non temere, soltanto continua ad aver fede”. 
Ma come è possibile non temere quando la morte 
è entrata nella casa e nella dolce carne di una figlia?
Tu continua ad aver fede. 
Il contrario della paura non è il coraggio, 
due antagonisti che invece convivono; 
il contrario della paura secondo Gesù è la fede: 
atto umanissimo, vitale, che tende alla vita. 
Tu lascia che la Parola riprenda a mormorare in cuore,
che il suo Nome salga alle labbra 
con un’ostinazione da innamorati.
Giunsero alla casa e vide trambusto
e gente che piangeva e gridava forte.
Entrato, disse loro: “Perché piangete?
Non è morta questa bambina, ma dorme”. 
Che bella parola, entrata nella fede comune 
fino a dare il proprio nome ai nostri cimiteri,
termine che deriva dal verbo greco dormire:
sono la casa di coloro che dormono, la casa di Giairo, 
dove i figli e le figlie di Dio non sono morti, 
ma dormono, in attesa.
Lo deridono, allora, con la stessa derisione 
con cui dicono anche a noi: 
tucredi nella vita dopo la morte? Sei un illuso: 
“Finito io finito tutto”. 
Ma per la fede biblica il nostro è il Dio dei vivi
e non dei morti 
e le sue creature non portano veleno di morte, 
ma sono portati da una radice di salvezza.
Gesù cacciati fuori tutti, 
prende con sé il padre e la madre. 
Gesù ricompone il cerchio vitale degli affetti, 
il cerchio dell’amore che dà la vita. 
Poi prende per mano la piccola bambina.
E ci insegna che bisogna toccare 
la disperazione delle persone 
per poterle rialzare. 
Chi è Gesù? 
una mano che ti prende per mano. 
Bellissima immagine:
la sua mano nella mia mano, concretamente,
dolcemente, si intreccia con la mia vita, 
il suo respiro nel mio,
le sue forze con le mie forze.
E le disse: “Talità kum. Bambina alzati”.
Lui può aiutarla, sostenerla, 
ma è lei, è solo lei che può risollevarsi: 
alzati.
E lei si alza e si mette a camminare.
Su ciascuno di noi, 
qualunque sia
la porzione di dolore che portiamo dentro, 
qualunque sia la porzione di morte, 
su ciascuno il Signore fa scendere la benedizione 
di quelle antiche parole: Talità kum. 

Giovane vita, dico a te alzati, risorgi, 
riprendi la fede, la lotta, la scoperta, la vita, 
torna a dare e ricevere amore...........

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