Questione migranti
La strategia del sorriso

Gianni Epifani, Sacerdote rogazionista,
giornalista e regista della
Santa Messa di RaiUno


Sfruttati in ogni modo possibile. 
Dai trafficanti che lucrano
in maniera vergognosa sui loro destini, 
ai politici chestrumentalizzano gli sbarchi per aumentare consensi, 
ai media che danno eco alle leggende metropolitane 
secondo cui ruberebbero il lavoro agli italiani, 
sarebbero terroristi, porterebbero malattie 
e verrebbero nel nostro Paese per delinquere. 
Tutti hanno il proprio tornaconto su una vicenda, 
quella degli sbarchi dei migranti, 
che nell’ottica del buon affare conviene alimentare.
Sulla immensa tragedia umana dei migranti si specula soltanto,
da più parti, e si sta anche creando 
un’assurda psicosi che ci fa perdere di vista 
l’unica argomentazione valida,
l’unico punto da cui partire: 
sono in primis persone.
Basterebbe ricordarsi questo 
per inquadrare il dibattito che li interessa 
nella giusta prospettiva, 
che non è certo quella provocatoria e mistificatrice 
dei talk show e dei salotti televisivi.
Il lavaggio dei cervelli mediatico rischia 
di spostare l’attenzione sulle parole 
e farci dimenticare che, al di là delle risposte istituzionali 
che comunque devono essere date 
a quella che sta diventando 
una questione dalle proporzioni devastanti, 
ci sono tante cose da fare e su molte di queste 
possiamo impegnarci anche noi nel nostro piccolo, 
direttamente.
Moltissime città e paesi italiani sono coinvolti nell’accoglienza, 
anche attraverso le iniziative della Caritas 
e della Fondazione Migrantes. 
Ci sono migliaia di edifici ecclesiastici aperti all’ospitalità, 
esistono numerosi progetti per l’assistenza e l’integrazione
– mi viene in mente ad esempio Presidio,
per la tutela dei diritti dei lavoratori extra comunitari irregolari – 
e tanti servizi specifici,
come quello che si occupa del rimpatrio delle salme 
o i doposcuola per i figli degli immigrati 
o anche le case famiglia 
per il ricongiungimento dei genitori con i minori.
In queste realtà c’è molto da fare 
e rimboccarsi le maniche per dare un po’ di aiuto 
è il modo migliore per capire davvero chi sono i migranti 
e quali sono le ragioni che li portano ad affrontare 
il viaggio della speranza.
Lasciamo da parte le polemiche, 
tanto velenose quanto sterili, e le accuse; 
andiamo oltre le strategie governative 
e i vari Regolamento di Dublino, 
Agenda europea sulla migrazione,
Frontex e il cosiddetto piano B. 
Dimostriamo, a chi fa delle parole 
uno strumento di persuasione mendace, 
che c’è anche un altro modo per relazionarsi ai migranti; 
un modo che va ben oltre la denigrazione e la levata di scudi: 
si chiama carità cristiana, 
si pratica sul campo ed è atta a risolvere un mucchio di problemi.
Non servono competenze particolari per esercitarla. 
Basta anche avere un sorriso, 
purché sincero e carico di fraterno affetto, 
e andare a donarlo a chi ne ha un gran bisogno. 
Funziona meglio di qualunque altra strategia.............

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