Non sono più quello sbagliato

Non so cosa avrei dato per riuscire a far sentire la mia voce,
per sentirmi importante, per avere il coraggio
di farmi conoscere e di far vedere agli altri
che io valevo qualcosa e avrei voluto e potuto fare un sacco di cose.
Invece mi sentivo sempre quello sbagliato.
Il rapporto tra mia madre e mia nonna, con le quali vivevo,
è sempre stato complicato, conflittuale.
Soffrivo perché ritenevo di essere io la causa delle loro litigate.
Così come pensavo fosse tutta colpa mia
la fine dell’amore tra mia mamma e mio papà:
lui l’aveva lasciata quando venne a sapere che era incinta.
Mi sentivo non voluto, non amato.
Anche fuori casa non andava molto meglio.
Ero timido, chiuso.
A scuola facevo fatica a legare con i miei compagni.
Stavo in disparte. Ma avrei tanto voluto divertirmi insieme agli altri.
Ogni volta che mi sentivo a disagio o in difetto con i miei coetanei,
credevo di essere io quello sbagliato
e di non essere voluto da nessuno come mi succedeva in casa.

Questo disagio, oltre che condizionarmi molto,
si esprimeva con paura e rabbia:
la paura di rimanere solo e la rabbia di avere tutte queste fragilità
che mi avrebbero potuto portare a diventarlo.
Per reprimere le mie paure e sentirmi uguale agli altri,
mi adeguai a quelli che consideravo i miei amici più stretti e,
come loro, iniziai a fumare le canne.
Inizialmente questo mi aiutò e mi fece sentire più forte,
ma poi col passare del tempo mi accorsi che era solo un’illusione,
infatti, passato l’effetto, le mie paure e i miei disagi
riaffioravano più prepotenti di prima, facendomi stare sempre peggio.
Provo allora un'altra strada,
mi faccio convincere da alcuni amici a provare gli acidi e,
come con le canne, all’inizio credo di aver finalmente trovato
la soluzione ai miei problemi.
Ennesima illusione, una volta che quel mondo
di straordinarie meraviglie finiva,
mi rimaneva in testa solo una grande confusione.
Ero spaventato perché mi rendevo conto
che la persona forte e felice che diventavo era solo finzione,
scompariva in un istante assieme all’effetto.
Ero arrabbiato con me stesso perché non volevo rialzarmi,
preferivo fingere di stare bene piuttosto che credere in me stesso.
Non avevo ottenuto assolutamente niente.
Anzi avevo solo peggiorato la situazione.
Sempre più sensi di colpa, sempre più insicurezze.
Senza alcuna considerazione di me.
Io non ero niente.
Non sapevo fare niente.
Non avevo qualità, non avevo amici,
non riuscivo a parlare con nessuno.
Mi sentivo sempre e solo sbagliato.

Ora invece le cose stanno cambiando.
Sono qui a Sanpa e ogni giorno mi metto in gioco,
affronto le mie difficoltà,
mi sono reso conto che il bello della vita
non è non avere problemi, ma bensì trovare la forza di affrontarli.
Accettarsi, essere se stessi non è sempre facile,
ma vi assicuro che ne vale la pena.
Ora ho degli amici, ho degli obbiettivi,
inizio a capire chi voglio essere.

Fabrizio

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