L’ULTIMA TRINCEA DEI CRISTIANI


di Maurizio Piccirilli 

L’ultima trincea in Medio Oriente. In Libano e Giordana i cristiani sopravvivono alla desertificazione che ormai da più di dieci anni colpisce i fedeli in Gesù, in quella Mezzaluna fertile dove la religione è nata. Un vero genocidio che si sta consumando con “il vergognoso silenzio di molti” come ha ribadito Papa Francesco.

In Libano la presenza cristiana, in maggioranza cattolica, ridottasi negli anni della guerra civile a metà degli anni Ottanta, ora grazie a una formula di equilibrismo politico , può contare ancora su numeri cospicui e soprattutto godere di una libertà di culto da tempo scomparsa in atri Paesi della regione. Nella chiesa di San Giorgio, nel centro di Beirut a pochi passi da Place dell’Etoile dove hanno sede i palazzi del potere la celebrazioni delle festività avviene senza alcuna restrizione. Neppure la presenza di Hezbollah limita la professione di fede, tutt’altro.
Nella Valle della Bekaa si sono costruite chiese intitolate alla Madonna,celebrata anche nel Corano, e i rapporti tra le diverse confessioni religiose sono buoni. Lungo la costa all’altezza del quartiere cristiano di Jounieh non è raro imbattersi in venditori ambulanti che promuovono la vendita di statue sacre che raffigurano la Madonna e i Santi. Sopra Jounieh si erge la gigantesca statua della Vergine del libano con le braccia aperte, intorno sorgono chiese e monasteri meta di pellegrinaggi e di una grande festa nel giorno di Pasqua. A sud, dove i militari dell’Unifil a guida italiana, mantengono la pace tra Libano e Israele, in piena zona sotto il controllo Hezbollah si assiste a una reciproca solidarietà tra musulmani e cristiani con scambi di aiuti e sostegno e condivisione.
La Giordania fa parte a piena titolo della Terra Santa cristiana e Madaba, la città dei mosaici, ospita la chiesa di San Giorgio dove si può ammirare uno splendido mosaico a mappa geografica che rappresenta Gerusalemme e tutta la regione fino al Nilo. È meta di pellegrini da tutto il mondo così come il Monte Nebo, il luogo dove Mosè vide la Terra promessa e dove si fermò il suo esodo. Qui sorge un monastero francescano. E sono tanti i luoghi della memoria cristiana riportati alla luce dall’archeologo francescano padre Michele Piccirillo, scomparsi da alcuni anni. Scavi sostenuti dalla casa regnante giordana. Cristiani e musulmani convivono senza problemi in piena libertà di culto e proprio in Giordania hanno trovato rifugi i transfughi da Siria e Iraq.
Proprio fa quanto accaduto in Iraq nel 2003 con la cacciata di Saddam è cominciato l’esodo dei cristiani. In Iraq i cristiani erano il 7% della popolazione ora sono ridotti a pochi migliaia. A Mosul vivevano 30mila cristiani dal 2014 sono spariti e le chiese distrutte dall’Isis. In Siria prima del 2011, inizio della rivolta contro il regime, i cristiani erano quadi due milioni ora sono appena un milione. E non estranea Israele e la Palestina a questa desertificazione: in Israele molti conventi sono stati espropriati dal governo e a Gaza l’avanzata del fondamentalismo sta riducendo la presenza di arabi cristiani.
Un esame di coscienza lo devono fare i governo occidentali che come con la guerra in Iraq del 2003 e il sostegno miope a rivoluzioni anti regime hanno contribuito a questo esodo. Cristiani fuori dalla Terra Santa e dal Medio oriente. Espulsi dalla patria di origine di Gesù dall’odio ma anche dal relativismo negazionista delle politiche di certo Occidente che si dice cristiano. “Perseguita con la vergognosa complicità di molti”.

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