“BINGE DRINKING”: LE ABBUFFATE DI ALCOL CHE PIACCIONO AI GIOVANI

Abbuffarsi di alcol. 
Sono 3 milioni e 300 mila gli italiani sopra gli 11 anni che hanno dichiarato di aver consumato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione: non solo vino o birra, ma anche superalcolici o i cosiddetti alcopop, bevande poco alcoliche ma molto zuccherate, che hanno effetti deleteri sulla salute dei giovani. Una vera e propria emergenza sanitaria che coinvolge tutta la popolazione, dai minorenni agli over 70.
Sono numeri impressionanti quelli sul “binge drinking”, in italiano “abbuffate di alcol”, un fenomeno analizzato dal ministero della Salute che, con una relazione annuale inviata al Parlamento in merito agli interventi realizzati ai sensi della legge 30 marzo 2001 n. 125, ha portato alla luce delle percentuali a dir poco preoccupanti. Secondo il report, il 10% degli uomini e il 2,5% delle donne si “sballa” abitualmente bevendo alcol a stomaco vuoto, solo per il gusto di ubriacarsi, solo per una volta a settimana.
Il problema, di per sé molto preoccupante, diventa emergenza se si considera che questa moda è diffusa sono sopratutto tra giovanissimi. Il dato più allarmante è quello che riguarda la fascia di età tra i 18 e i 24 anni, nella quale il 21% dei maschi e il 7,4% delle ragazze dichiara di ubriacarsi almeno una volta alla settimana. Con l’avanzare dell’età, le percentuali diminuiscono, ma il binge drinking crea problemi di salute a lungo termine, non basta semplicemente smettere di farlo.
Tra i rischi che comportano le abbuffate di alcol troviamo ictus, trombosi, cancro, problemi di sterilità per le donne, disfunzioni sessuali per gli uomini e vari disturbi della personalità e depressivi. Oltre a queste patologie, va detto che l’ abuso bevande alcoliche è la prima causa di incidenti mortali in automobile, centinaia di persone che ogni giorno perdono la vita per serate a base di alcol, spesso mischiato con droghe.
Le campagne informative hanno fatto molto in questi anni, basti pensare che i consumatori giornalieri sono passati dal 22,7% del 2013 al 22,1% del 2014. Ad aumentare, però, sono le persone che bevono fuori pasto, soprattutto le donne, dal 25,8% del 2013 al 26,9% dello scorso anno. Calano i consumatori a rischio, che passano da 8,6% al 8,35, ma si alza il numero dei minorenni che consumano abitualmente bevande alcoliche (sono circa 700 mila).
È lo stesso ministero della Salute a riferirsi alle bevute esagerate come a un “serio problema di sanità pubblica”: la soluzione, secondo gli esperti, è quella di monitorare costantemente i comportamenti di consumo a rischio e prevedere interventi di Sanità Pubblica mirati a contenerli.Laura Carbonetti 

Commenti