CHI SONO GLI ANGELI PROTETTORI

Luce, tuniche bianche, riccioli d’oro e aureole. Nell’immaginario collettivo si presentano così, come un giovane che discende dalle nuvole, il messaggero di Dio, l’Angelo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, alla domanda “Chi sono gli Angeli?” risponde: “Sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, dotati di intelligenza e di volontà”. Silenziosi servitori della Trinità, accompagnano il cammino di ognuno di noi.Fin dalla creazione, annunciano la Salvezza, portando il messaggio salvifico di Dio agli uomini.

Tra tutti, spicca la figura di San Michele. Il suo nome deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, che significa “chi è come Dio?”. E poiché nessuno è come l’Onnipotente, l’Arcangelo combatte tutti coloro che si innalzano con superbia a sfidare l’Altissimo. Nella Sacra Scrittura è citato ben cinque volte: nel libro di Daniele, di Giuda, nell’Apocalisse e in tutti i brani biblici è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, ovvero, degli angeli in guerra contro il male. È l’antitesi di Lucifero, capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e perciò precipitarono negli Inferi. È colui che difende la Fede, la Verità e la Chiesa. Dante, con illustre sapienza, mostra la bellezza e la potenza di questa creatura e la sua solerzia nel proteggere il genere umano dalle insidie di Satana (Purgatorio XIII, 51).
In Europa, durante l’alto Medioevo, furono edificati in suo onore tre gioielli di devozione, di storia, di architettura ed arte: l’abbazia di Mont Saint-Michel in Normandia, La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, in Piemonte e il santuario del Monte Gargano in Puglia. Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel Sant’Angelo a Roma ed egli è protettore del popolo cristiano, come un tempo lo era dei pellegrini medievali contro le insidie che incontravano lungo la via.
Tra tutti, però, si ricorda Gabriele, il cui nome, dall’ebraico, significa “La forza di Dio”, o “Dio è forte”. È il primo ad apparire della Bibbia, ed è l’Angelo dell’annuncio.. Se per i cristiani ha predetto la nascita di Giovanni Battista e di Gesù, per i musulmani è il tramite attraverso cui Dio rivelò il Corano a Maometto. Secondo alcuni è anche l’angelo non identificato dell’Apocalisse che soffia il corno annunciando il Giorno del Giudizio.
Va sottolineato che la loro conoscenza è limitata al fatto che essi sono esseri creati. Ciò significa che non conoscono tutto come Dio (cfr. Matteo 24,36). Tuttavia, essi sembrano avere un intelletto superiore a quello degli uomini. Ratzinger, parlando alla radio bavarese quand’era ancora cardinale, dopo aver ricordato che il 2 ottobre la Chiesa celebra la festa dei Santi Angeli Custodi, disse che poche cose erano diventate estranee ai cristiani d’oggi quanto l’idea dell’Angelo custode. “L’Antico Testamento dice dell’angelo al popolo di Israele: ‘Prestagli attenzione e ascoltare la sua voce’ cioè: devo farmi attento e sensibile a quest’idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri ed i miei umori del momento”.
Meno conosciuto è l’Arcangelo Uriele, il cui nome significa “Luce di Dio”. Dei sette arcangeli del giudaismo, solo tre, Gabriele, Michele e Raffaele, vengono menzionati nelle Scritture. È spesso identificato come l’Angelo che “sta a guardia dei cancelli dell’Eden con una spada fiammeggiante”. In altri libri apocrifi appare come l’Angelo del Pentimento, ed è anche comunemente identificato come uno degli angeli che aiutarono a seppellire Adamo e Abele in Paradiso. Fu lui a lottare con Giacobbe a Peniel, ed è raffigurato come il messo divino che decimò l’esercito del re assiro Sennacherib. Nel libro di Enoch, è lui a dire a Noè dell’avvento del Diluvio.
In chiave moderna, solo marginalmente cristiana, Uriel è identificato come reggente del Sole, fiamma di Dio, angelo della Divina Presenza, colui che presiede e vigila sull’inferno. È spesso raffigurato con un libro o un rotolo di papiro. Patrono delle Arti, è descritto da Milton come “lo spirito dalla vista più acuta in tutto il Cielo”.
Tutto quello che conosciamo su questi messaggeri proviene dalla Bibbia e da alcuni testi apocrifi. E proprio nella Scrittura veniamo a conoscenza del fatto che esistono vari “tipi” di Angeli, divisi in una gerarchia celeste con nomi ben precisi. Per i Padri della Chiesa, che ebbero l’oneroso compito di proteggere la dottrina dalle eresie, sorse anche la questione della ragione di tali distinzioni e denominazioni. Per lungo tempo rimasero divisi e incerti; non si conosceva con precisione in che consistesse questa diversità di natura, e quante e quali fossero le diversità di ufficio.
Se i nomi dei singoli cori derivano dalla tradizione biblica, l’organizzazione gerarchica è il della riflessione di Dionigi Areopagita. Nel suo volume, il “De Caelesti hyerarchia”, si evince che la diversità delle creature alate si basa sulla differenza del “posto che essi occupano a seconda dell’ufficio di cui sono rivestiti, della scienza che posseggono e dall’azione che esercitano”. In ordine discendente abbiamo: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù e Potestà, Principati, Arcangeli e Angeli. Questa teoria, che si ricollega a quella neoplatonica, fu portata in Occidente da San Gregorio Magno, ma solo dopo la traduzione degli scritti dell’Areopagita in latino, ad opera di Scoto Eriugena, fu accettata nella scolastica e passò nel linguaggio comune della Chiesa.
Ai nomi corrispondono altrettanti uffici, perciò si dice che i Serafini sono tutto ardore di carità; i Cherubini luce d’intelligenza, I Troni, sede dell’Onnipotente; le Dominazioni, zelanti la gloria di Dio; le Virtù, rivestite di forza divina a bene del mondo; le Podestà armate contro l’inferno e le forze delle tenebre; i Principati, presidenti alla protezioni delle grandi società religiose e civili; gli Arcangeli, proposti al patrocinio delle nazioni, Diocesi e Comunità religiose; gli Angeli, alla custodia del genere umano.
San Tommaso, inoltre, dice che non soltanto i cristiani hanno questo Angelo, ma anche gli infedeli. Cinque sono i ministeri di questi spiriti: innalzare un eterno canto al Signore, offrire a Dio le preghiere dei mortali, portare i messaggi divini, proteggere gli uomini (singolarmente e collettivamente), agire come guerrieri e giudici della volontà celeste.
Di queste creature oggi non si parla più, se non in qualche discorso convenzionale. Ci si chiede spesso di come sia possibile che qualcuno ci protegga dai pericoli della vita. Ma parlare degli Angeli significa essere convinti che il mondo è colmo della presenza di Dio. Durante gli esercizi spirituali per la Quaresima del 2007, il predicatore Giacomo Biffi si era a lungo soffermato sugli spiriti celesti e, al momento del ringraziamento, Benedetto XVI affermò: “Mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che queste creature possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto”.

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