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Giro d’Italia

Come una bici può essere guidata solo se c’è giusta armonia di tutte le parti, anche nella realtà umano-cristiana, per vivere, urge la riconciliazione

Ho seguito alla televisione l’arrivo di una 
delle ultime tappe del Giro d’Italia.
All’ultima curva, come spesso accade, 
una paurosa caduta ha coinvolto 
e travolto una decina di corridori. 
Si rialzano con una velocità sorprendente, 
degno suggerimento per ogni caduta morale.

In piedi sulla strada un corridore 
con una ruota della bici in mano. 
Tenta e ritenta di agganciarla al telaio, ma… spazientito, 
prende il telaio e la ruota e li scaraventa oltre la strada. 
Ruote non ricomponibili annullano il servizio della bici.

Mi ha fatto ricordare un sogno nel quale 
ho visto un gruppo di corridori che, alla partenza, 
entrano in un capannone a prendersi la propria bici. 
Per un dispetto di chissà chi, trovano non le bici, 
ma un cumulo di ruote sovrapposte alla rinfusa. 
Superata l’indignazione, ciascuno, “accordando” 
le due ruote, ricompone la propria bici 
che cavalca subito per la gara.

Due ruote possono partire se sono d’accordo; 
la bici può essere inforcata e guidata dal campione 
solo se c’è la giusta armonia di tutte le sue parti. 
Accordarsi, concordare, è un linguaggio di cuori in armonia. 
Anche nella realtà umano-cristiana, per vivere, 
urge la riconciliazione. 
Nel continuo perdono reciproco si compone 
e ricompone quella comunione che Gesù 
può animare e guidare.

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