La PAROLA sia per noi BEATITUDINE Eterna

PAROLA DEL SIGNORE GESÙ Mt 5,1-12a CHE SARÀ PROCLAMATA DOMENICA 29 GENNAIO


Commento di Paolo Curtaz

Il nostro mondo ci fa credere che ottenere la felicità è cosa da poco: basta possedere, apparire, esagerare. Chi davvero crede a questa menzogna si ritrova con un pugno di mosche in mano, inebriato e fuori di sé. È possibile essere felici?
Matteo inizia oggi il lungo discorso della montagna: come un nuovo Mosè, Gesù sale sulla montagna, non il Sinai ma le colline del lago di Tiberiade, per consegnare la nuova legge, non più scolpita sulle tavole di pietra, ma incisa nel cuore dei discepoli. Gesù ci sconcerta: la beatitudine, la felicità, la gioia, corrispondono esattamente al contrario di ciò che noi consideriamo fonte di benessere: ricchezza, forza, calcolo, scaltrezza, arroganza. Cosa sta dicendo Gesù? Esalta forse una visione di cattolicesimo rassegnato e perdente che troppe volte vedo intorno a me? Mi dice forse che, se le cose vanno male, se sono povero (“pitocco” nel testo greco), se subisco violenza, se provo dolore e piango, sono immensamente fortunato? Gesù parla del Padre, ne descrive il vero volto, racconta l’inaudito di Dio così come egli lo ha vissuto e lo vive. Il Padre, il vero Dio, è un Dio povero, un Dio misericordioso, un Dio mite, un Dio che ama la pace, un Dio che, per amore, è pronto a soffrire. Un Dio così diverso da come ce lo immaginiamo, un Dio così straordinario e armonioso solo Gesù ce lo può veramente svelare, perché lui e il Padre sono una cosa sola.

SANTA DOMENICA TRA LE BRACCIA DI GESÙ

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