Giù la maschera. O la morte o la vita!

(don Fabrizio Bagnara - Parrocchia Taizzano)


Viso mascherato, pistola in mano, entra seminando terrore, urlando “O la morte o la vita! Questa è una rapina”. Chi non ricorda almeno una di queste scene? E quanti – ahimè – hanno ancora vive le ferite incise da tale avversa esperienza subìta.
“Collabora e stai calmo e la vita ti sarà salva”. Sotto minaccia, tutto è possibile, anche stare calmi e collaborare con il male. L’intimidazione e la paura fanno proseliti. È dura ribellarsi e non cadere nella trappola.
La costellazione delle vicende quotidiane è generosa di avvertimenti subdoli e silenziosi, di chi ti impone di allinearti al gioco del momento. Di chi detta regole del gioco, normalmente teso al ribasso ed impastato di mediocrità.
È la consuetudine del momento. Di questo nostro tempo, dove Dio e io si inebriano in un intrigo di sottile fusione. Il Dio della mia vita sono io!
Ci scopriamo tutti un po’ impastati e un po’ impostati dagli slogan avvincenti del momento. Di quelli che ti dicono che la strada della felicità sta in discesa non in salita. Che non sta in ciò che costa fatica, nell’incedere passo dopo passo, ma in ciò che ti procura fugace allegria dell’istante.
Quaresima! 40 giorni prima della Pasqua. 40 notti di silenziosa attesa dell’aurora. 40 palpiti di trepidante attesa di un evento. 40 passi per avvicinarti alla vita. 40! Il tempo congruo perché possa succedere qualcosa.
E con la mente non posso non ricordare con quanto orgoglio mio padre raccontava che ha tirato su la casa nuova in 40 giorni e in pieno inverno montano.
40 giorni per costruire una grande casa!
40 giorni di sfida. Sfida aperta per chi vuole giocarsi bene la vita.
È il tempo dedicato alla riscoperta di una chiamata. Non come un rapido messaggino, che arriva per scomparire in un baleno, sommerso da chi si fa largo subito dopo.
Bensì una chiamata, che ha il sapore dell’Eterno, delle cose dolci al palato anche se imbevute di calici amari, di cadute e sconfitte, eppur accattivante e preziosa.
Il tempo che ci viene regalato non è una minaccia! È un invito. 
O la morte o la vita. 
E sarà nella notte radiosa del sabato santo che si sveleranno a noi – 
nella loro magnificenza – i colori di tale invito. 
I colori della luce intensa di una risurrezione dai morti
 che riveste ogni cosa con gli abiti dell’Immortale.
In quel giorno, risuonerà, in scambio gioioso di auguri, il canto festoso di chi ha vinto la morte e ci ha impastati di Vita.
“Pace a voi – ci dirà il Risorto - vi regalo la mia pace, non quella che il mondo non possiede, ma quella che zampilla direttamente dal cuore di Dio”. È questa la promessa che l’uomo di Nazareth, uscito dal sepolcro delle morti – Dio uomo tra gli uomini – ci assicura.
Siano preziosi questi 40 giorni. 
Questi 40 passi che ci portano pellegrini sotto la croce 
e dentro il sepolcro vuoto. 
Sia occasione furba per approfittare e rispondere all’invito.
Giù la maschera! Giù ogni maschera! 
Questo è il tempo di ritrovare la propria identità.
Liberi da ogni condizionamento di amici, cultura, ideologia e pensiero 
c
he incatenano ad ormai anacronistiche visioni limitanti della vita. 
Liberi di optare per la vita e non per la morte. 
Liberi di non cedere alle lusinghe del tempo che, oltre l’involucro, custodiscono il nulla. 
Liberi di scegliere di librarci nel vortice di vita e di pace, 
che solo l’uomo di Nazareth, Gesù, può dare.

“Quaresima” è tempo favorevole (kayròs) per dischiudere la primavera delle nostre storie, delle nostre vicende, dei nostri dolori e sofferenze, dei nostri insuccessi, dei nostri perché, delle nostre insoddisfazioni … e lasciar sbocciare il profumato fiore di una vita che diventa nuova.
Quella di Gesù non è una rapina; non viene a rubare, al contrario: viene a riempire di originale significato il grigiore di questo tempo dove incertezza, paura e rabbia cercano di prendere il sopravvento.
Non avere paura di seguire il Maestro. Non è venuto ad insegnare, ma a dare l’esempio e a condividere. Non siamo soli!
Il mondo non può regalarti ciò che solo Dio ha e possiede.
Dio, custode geloso eppur generoso, munifico nel bene e nel seminare a piene mani, è il solo garante di vita. Di pienezza di vita.
40 passi dove, magari rinunciando a qualcosa, diventa più semplice far posto a ciò che è grande, bello e veritiero.

Buon Cammino di Quaresima!



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