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“La malattia”: il momento più brutto nella vita del Papa

Ieri nella parrocchia romana di Santa Maria Josefa, Francesco si è fermato a rispondere alle domande dei bambini sulla sua vita personale e sul ruolo del Papa
Parrocchia Santa Maria Josefa Del Cuore Di Gesù, Roma
 Come si svolge l’elezione di un Papa, aneddoti sulla sua vita, nonché una breve lezione sulla Trinità. Diversi i temi sviscerati da Papa Francesco rispondendo alle domande dei bambini ieri, 20 febbraio 2017, nel Salone del Teatro della parrocchia di Santa Maria Josefa, prima di celebrare la Messa.
Qual è stato il momento più difficile della sua vita? La prima domanda è subito penetrata nell’intimo dell’esperienza di Bergoglio. Egli ha risposto che “a vent’anni sono andato vicino a morire, un’infezione polmonare, mi hanno tolto un pezzo d’un polmone”.
A quel punto ha poi domandato lui ai bambini: “La vita in generale è facile?”. “No – ha risposto – la vita non è facile. È un dono di Dio però ci sono momenti brutti che bisogna superare: io ne ho avuti tanti, ma più di tutti ricordo la malattia. Sempre ci sono le difficoltà e sempre ci saranno, ma si superano con la fede e con il coraggio”.
Fede e coraggio necessari anche per essere il “rappresentante della Chiesa”. Una bambina chiede come ci si senta a ricoprire questo ruolo e lui risponde sorridendo: “Ci si sente con tanta responsabilità. Tu hai detto rappresentante. E uno che rappresenta la Chiesa non può fare brutta figura, non può. Il Papa può fare brutta figura? No, deve stare attento. È vescovo di Roma ma ha cura pastorale di tutta la Chiesa del mondo con gli altri vescovi. È vescovo e padre: a un vescovo che non sente di essere padre manca qualcosa”.
Un altro bambino ha chiesto a Bergoglio come sia diventato Papa. “Ci sono quelli che eleggono riunendosi in conclave”, ha risposto. Più nel dettaglio ha aggiunto: “Parlano tra loro di cosa ha bisogno la Chiesa, discutono su quale sia il profilo migliore: questo ha questo vantaggio, questo quest’altro… Ma soprattutto si prega. I cardinali fanno tutti questi ragionamenti umani, ma il Signore invia lo Spirito Santo che aiuta l’elezione. Poi ognuno dà il suo voto e quello che ha due terzi dei voti viene eletto. Ma serve molta preghiera, non ci sono amici potenti che spingono!”.
Quando lui è stato eletto, nel 2013, “nell’elezione eravamo 115. Faccio la domanda: chi era il più intelligente?”. E i bambini in coro: “Tu!”. «No, non si sa», ha ribattuto il Santo Padre, “quello che viene eletto forse non è il più intelligente, forse non è il più furbo né il più sbrigativo a fare quello che si deve fare, ma è quello che Dio vuole per quel momento per la Chiesa”.
Francesco ha ricordato inoltre che un Papa “deve morire o andare in pensione come ha fatto il grande Papa Benedetto, perché non era in buona salute”. A quel punto “arriverà un altro, forse non altrettanto intelligente, ma sempre eletto in questo modo, sotto la luce dello Spirito Santo”.
Oggi Jorge Mario Bergoglio è dunque il Papa. Anche se da bambino avrebbe voluto fare ben altro. Rispondendo a una domanda in proposito, il Santo Padre ha risposto in modo diretto: “Non scherzare, io dirò la verità. Io volevo fare il macellaio”.
Alla fine il Papa ha impartito ai bambini anche una breve lezione sulla Trinità. “Ma ditemi, Dio è uno oppure sono tre?”, ha chiesto. Francesco, alle risposte che giungevano, ha replicato: “Ma se è uno, il Padre è Dio? E il Figlio? e lo Spirito Santo? Sono tre… Questa è una cosa non facile da capire: sono tre persone, ma le tre persone fanno un solo Dio, d’accordo?”.

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