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Il Vangelo secondo Grillo

Le recenti dichiarazioni di Luigi Di Maio contro il lavoro domenicale, in linea con la dottrina sociale della Chiesa, seguite da un’ampia intervista esclusiva di Beppe Grillo all’Avvenire, ripropongono il tema del rapporto tra i Cinque Stelle e i cattolici, tra la politica del movimento e i valori cristiani. Un tema complesso e certamente significativo, cui guardare con grande attenzione, come ha fatto il direttore del quotidiano dei vescovi italiani Marco Tarquinio: “Se guardiamo ai grandi temi (dal lavoro alla lotta alla povertà) nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”, spiega Tarquinio in un’intervista al Corriere della sera.
All’interno degli elettori del Movimento Cinque Stelle i soli cattolici che vanno a Messa ogni domenica (e dunque i cosiddetti cattolici praticanti), mi ha spiegato l'amministratore delegato dell’Ipsos Nando Pagnoncelli, oscillano tra il 16 e il 20 per cento. Una percentuale altissima, superata solo dagli elettori del Pd (circa il 22 per cento). Per non parlare dei cattolici non praticanti.
Il problema è capire - seguendo il ragionamento di Tarquinio -  cosa c’è dentro quell’ultimo quarto in cui questa sensibilità è assente o è addirittura anticristiana. "Noi siamo i pazzi di Dio", grida Beppe Grillo dal palco dei suoi comizi. "San Francesco l’avevamo anticipato noi e papa Francesco ci ha copiato il programma". L’ex cabarettista (con un passato di protagonista del film Cercasi Gesù) su questo ha sempre avuto pochi dubbi: “papa Francesco è un grillino, glielo vorrei dire. Infatti come statuto siamo nati il 4 ottobre, giorno di San Francesco, il pazzo di Dio”.
Che in Grillo - al netto di qualche manifestazione blasfema, come la distribuzione di grilli essiccati come fossero ostie ai dirigenti dei Cinque Stelle, il 10 aprile del 2016 -  ci sia una sensibilità cristiana è fuor di dubbio. Ce n’era un po’ meno in Roberto Casaleggio, soprattutto a proposito della Chiesa ripetuta nell’ormai famoso video Gaia supercliccato su You Tube: “All’inizio del XXI secolo il fato del mondo è ancora in mano a gruppi massonici,finanziari e religiosi" dice una voce off record, mentre sullo schermo compaiono squadra e compasso, simbolo del dollaro,e una bella croce cristiana”.
Vi è poi la prassi politica, dove i grillini non brillano per un atteggiamento particolarmente favorevole alla Chiesa cattolica e alle sue istituzioni. L’idea centrale dello Stato laico viene interpretata in maniera radicale, fino al limite di uno Stato etico. In Regione Lombardia il gruppo dei 5 Stelle ha osteggiato a i finanziamenti regionali in favore della libertà di scelta in materia d’istruzione. E si è opposta, con determinazione, alla visita del cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola nell’aula consiliare del Palazzo della Regione. I consiglieri si sono perfino lamentati  dei frati Cistercensi che, a loro dire, occuperebbero abusivamente la Certosa di Pavia.
Non è un mistero che dietro una visione “francescana” della comunità dei cristiani e di una Chiesa “povera” finiscono per nascondersi spesso pulsioni anticlericali e laiciste che la vorrebbero relegata a una funzione assistenziale, marginale, quasi catacombale, senza però pretese di sussidiarietà e dunque senza il minimo finanziamento da parte dello Stato.
La morale politica grillina è che l’unico ente meritevole di credito è lo Stato. Quello che deve organizzare, finanziare e gestire l’istruzione; che non può accettare ingerenze. E dunque ecco che la sindaca grillina Chiara Appendino taglia un quarto dei finanziamenti alle scuole paritarie dell’infanzia, comprese quelle che operano nelle periferie e nelle zone disagiate. Anche la sindaca Raggi più di una volta ha polemizzato sulla “Chiesa che non paga l’Imu”, vecchio “leit motiv” dei laicisti (anche se lo paga, a parte qualche contenzioso poi risolto). I grillini sono contrari all'8 per mille, che vorrebbero fosse destinato all'edilizia scolastica o ad altre iniziative gestite dallo Stato.
Sui temi etici, poi, i politici del Movimento 5 Stelle hanno pochi dubbi: matrimonio gay, adozione da parte delle coppie gay, eutanasia, unioni di fatto, testamento biologico, fecondazione eterologa, legalizzazione delle droghe leggere, fino alla sperimentazione della Ru486, la pillola abortiva. Non c’è argomento etico che non veda il Movimento 5 Stelle sulla sponda opposta alla dottrina della Chiesa. Pur con qualche voce fuori dal coro, come quella dell’avvocato Andrea Aquilino, leader degli attivisti cattolici grillini “epurato” con una lettera firmata dallo stesso Grillo in cui lo diffidava a usare il simbolo dei Cinque Stelle.
Ma non ci sono solo i temi etici. Nel 2013 due senatori, Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, avevano proposto in Commissione Giustizia al Senato un emendamento per abolire il reato di immigrazione clandestina. Ma meno di 24 ore dopo, il blog di Grillo bocciava senza appello l’iniziativa dei due parlamentari. Motivo? Presto detto. Primo: l’abolizione del reato di clandestinità non è nel programma politico. Secondo: provocherebbe un’invasione delle frontiere, secondo la vulgata del più accanito dei leghisti. Ed ecco dunque liquidato il tema dell’accoglienza tanto caro ai cattolici. Anche sull’amnistia e l’indulto, necessari a rendere più umane carceri disumane, come ci indica la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, nessun cedimento di fronte a una popolazione carceraria di oltre 60mila persone che vivono come topi in uno spazio di tre metri per due. 
San Francesco, quello vero, quello che riposa ad Assisi, sia detto per inciso, non avrebbe certo rifiutato il diritto di cittadinanza ai minori figli di extracomunitari. E non perché a quei tempi non esistevano i sondaggi.

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