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Oggi vorrei parlarti di Charlie Gard…
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Charlie è un bimbo inglese di 10 mesi, affetto da una malattia genetica, a cui i giudici vorrebbero staccare la spina provocandone così la morte.


Se non fosse stato per la caparbietà dei suoi genitori, oggi sarebbe certamente morto, ucciso dal personale medico del Great Ormond Street Hospital di Londra che non ottenendo risultati positivi ha comunicato ai genitori del piccolo, Chris e Connie, che non c’era più nulla da fare e che tenere in vita il bambino, che si nutre e si idrata artificialmente, sarebbe stato accanimento terapeutico.

I genitori non hanno però accettato questa sentenza di morte e hanno deciso di portare la questione in Tribunale, facendo presente che negli Stati Uniti esiste una cura sperimentale molto costosa che potrebbe salvare la vita di loro figlio. 

Chris e Connie hanno anche lanciato la campagna social #Charliesfight raccogliendo finora 1,3 milioni di sterline per pagare il trasporto oltreoceano e il trattamento.

Intanto il processo è giunto fino all’ultimo grado di giudizio, emanato dalla Corte Suprema, sempre con il medesimo risultato: il piccolo Charlie va ucciso staccando le spine che lo tengono in vita.

I genitori del bambino hanno allora fatto appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che proprio poche ore fa ha deciso di rimandare a lunedì 19 il verdetto sulla sorte di Charlie Gard.

Un barlume di speranza che però deve farci seriamente riflettere su quale strada la nostra società si è ormai incamminata…

Mentre in Italia si vuole legalizzare infatti l’eutanasia sotto mentite spoglie e da più parti si assicura che si tratta di una legge equilibrata, la vicenda di Charlie resta un esempio eclatante di quel che accade a un sistema sanitario e alla giustizia di un Paese che abbia rimosso la dignità della persona umana dal centro delle sue decisioni.

Decidere la morte di un’innocente malato attraverso una sentenza di tribunale è raccapricciante. 

Cosa pensate che accadrà quando anche da noi avremo “finalmente” una legge al passo con i tempi che permetterà di staccare la spina ai tanti Charlie che vivono e sperano nei nostri ospedali?

Cordialmente,
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Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere

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