Charlie e il destino dell’umanità
Dopo che i genitori di Charlie Gard hanno dichiarato di voler rinunciare alle cure sperimentali ed al trasferimento del loro bambino negli Stati Uniti, gli Universitari per la Vita ci hanno inviato una riflessione che pubblichiamo volentieri.
Il giudice aveva dichiarato in precedenza che era nel miglior interesse di Charlie morire.
Questo è il falso pietismo in cui la nostra cultura è immersa fino al midollo.
Affermare che è nel miglior interesse di Charlie morire soffocato, vuol dire non aver compreso che il valore della vita è a prescindere dalle condizioni in cui ci si trova, perché ogni essere umano ha una dignità infinita.
La missione di ogni uomo, ma specialmente quella di tutti i movimenti pro vita, è assicurarsi che la vita sia difesa sempre da qualunque volontà umana che voglia terminarla o modificarla (nel caso di Charlie i giudici ed i medici), perché nessuno può decidere della vita di un’altra persona.
Se a Charlie verrà staccata la spina del respiratore, in nome di una pietà inesistente, l’umanità avrà fatto ancora un passo indietro.
Perché una società in cui la morte di un animale è reato, un illecito penale, e dove l’uccisione di un bambino innocente è perfettamente legale, è una società condannata all’autodistruzione.
Una società in cui giudici e medici decidono ex cathedra se un bambino malato dovrà vivere o morire, è una società marcia.
E chi ci dice che questa prassi non verrà applicata anche ad altre categorie di persone considerate “imperfette”? Malati di Alzheimer, bambini con la Sindrome di Down, persone non più autosufficienti…
Invece di vedere la bellezza che ciascuna persona può portare al mondo, si preferisce eliminarla al pari degli Spartani e dei Nazisti.
Dov’è finita la nostra umanità?
Continueremo a combattere per difendere la vita dal concepimento alla morte naturale e per avere un mondo in cui la vita di ogni persona, specialmente quella più indifesa, sia protetta e riconosciuta come piena di dignità a prescindere dalle condizioni in cui si trova.
Universitari per la Vita

Commenti