La cocaina, consumata ovunque

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Leggo sul quotidiano Avvenire l’affermazione di Anna Foa, a proposito dell’oltraggio a Anna Frank allo stadio di Roma: “Serve che la droga, la cocaina che ormai si trova dappertutto e di cui nessuno osa parlarne, non sia più tollerata”. Ho appena finito di incontrare al Centro d’Ascolto una decina di cocainomani scompensati psichicamente, violenti, sfidanti. La prima domanda che mi faccio: perché questo silenzio omertoso? La cocaina, infatti, viene spacciata ovunque e consumata da giovanissimi e adulti.  Rimane purtroppo la sostanza regina, accettata anche perché ritenuta meno pericolosa di altre e consumata nel mondo dello spettacolo, nei ritrovi ricreativi e sportivi e nelle normali famiglie.

Una teoria oggi scientificamente condivisa da molti ricercatori sostiene che l’uso della cocaina dà sicurezza, efficienza, vitalità intellettuale; esalta la resistenza fisica, toglie la stanchezza e stimola la verve sessuale. Chi fa uso di cocaina tende a continuare perché si sente forte, sta bene, riesce ad ottenere risultati immediati e successi sicuri. Negli ultimi anni, la cocaina è diventata per molti la droga del relax, dei ritrovi tra amici in casa, al mare o in montagna. I camionisti agli autogrill la spacciano sotto il naso di tutti.                                                                                                  
Persone insospettabili consumano il proprio tempo nel vortice dolce e dionisiaco della cocaina lanciando il messaggio della dissipazione nichilistica e facendo di questa sostanza, il rimedio al pathos della vita. Alcuni mezzi di comunicazione gareggiano a suggerire immagini e rappresentazioni virtuali, e una vita avulsa dalla realtà che solo con l’ausilio di sostanze chimiche è soddisfatta.  Alcuni miti e modelli di comportamento immessi nella nostra cultura hanno scatenato il bisogno di ostentare il personaggio e reclamizzarlo ovunque.                                                                       
I consumatori di cocaina, pertanto, s’assicurano la riuscita negl’incontri, nelle riunioni di lavoro, nei debutti sul video o nelle gare sportive. Bramano diventare diversi, “sballare” e soprattutto debellare uno stile di vita ripetitivo, monotono.  Una vita “piatta”, amorfa, coperta di cose, di soldi e divertimento, va in tandem con la cocaina. La cocaina senz’altro stimola la mente, la rende più efficace, produttiva, brillante. Sotto l’effetto di questo stupefacente, i consumatori si presentano in forma.  Purtroppo, gli effetti benefici della cocaina ben presto spariscono e insorgono complicazioni fisiche e mentali.  La cocaina, infatti, scatena disturbi psichiatrici quali psicosi, deliri acuti, ossessioni e depressioni.
Di solito il consumatore di cocaina chiacchiera molto, è spinto da un’attività frenetica e può fare a meno di dormire per lunghi periodi. Il consumatore ha spesso attacchi di collera incontrollabili, gesti e comportamenti strani, provocazioni irrefrenabili. Di fronte al cocainomane le parole, i consigli e i richiami diventano retorica. Non capisco, dopo tanti anni che accolgo nelle mie Comunità terapeutiche ragazzi e ragazze drogate, come mai non si fanno accertamenti diagnostici nei luoghi pubblici, negli Stadi, ad esempio dove una certa tifoseria insulta, minaccia, aggredisce sotto effetto di cocaina innaffiata dalla birra o affumicata da qualche canna?  Leggo su Avvenire: “Mancano figure capaci di dettare o suggerire ideali e passioni degne per cui spendersi”. Di parole ne diciamo e scriviamo tante, è giunto il momento di gridare il nostro no alla droga. La mia lunga esperienza tra i tossicodipendenti mi fa dire che quando una sostanza stupefacente entra nel cervello compromette gravemente l’ordine biopsichico e che i nostri discorsi, i richiami non servono… Che cosa serve? Non essere superficiali e tolleranti nel considerare la cocaina la droga del successo!

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