Priorità per i giovani coinvolti in zone di conflitto
deve essere la costruzione di ponti e relazioni,
che costituiscono il primo fattore di sicurezza.
Il 18 si è tenuto un seminario di approfondimento
all’Università La Sapienza di Roma;
il cammino verso l’implementazione dei Corpi Civili di Pace
(finanziati ma di fatto “congelati” da oltre un anno)
ha fatto un piccolo ma ulteriore passo in avanti.
Quella della sicurezza dei volontari
è una delle questioni aperte che saranno anche argomento di confronto
con il Ministero degli Affari Esteri.
L’intervento dei civili mette in discussione l’approccio militare,
centrato sulla difesa armata, e lo supera attraverso la presenza dei giovani
che condividono le condizioni di vita di chi si trova coinvolto nei conflitti.
Nicola Lapenta, #apg23:
«Non si parte da un foglio bianco.
Abbiamo fretta di mettere a sistema le esperienze
e le elaborazioni che ormai esistono già da tempo,
sperimentandole direttamente sul terreno».
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