Le ragioni della speranza

DOMENICA 5 LUGLIO 2015

La liturgia della Parola domenicale
commentata da padre Ermes Ronchi

Il racconto si apre con la sorpresa dei compaesani, 
“da dove gli viene questa sapienza?”, 
e termina con la sorpresa di Gesù, 
“e si meravigliava della loro incredulità”.
Quelli di Nazaret pensano: 
un profeta dev’essere un uomo fuori dall’ordinario;
il Messia non può venire in questo modo, 
con mani da carpentiere, 
con i problemi di tutti, come Joses e Simone.
Dio dovrebbe dare segni più grandi, inequivocabili.
E continuano a cercarlo in alto, nell’infinito dei cieli, 
nella sublimità dei pensieri,
quando invece è inginocchiato a terra, 
con le mani nel catino 
e cinto di un asciugamano.
Gesù cresce nella bottega di un artigiano,
le sue mani diventano forti a forza di stringere manici, 
il suo naso fiuta le colle, la resina, 
sa riconoscere il tipo di legno. 
Se sceglie questi mezzi poveri non è Dio, noi pensiamo. 
Invece lo Spirito di profezia scende e abita nel quotidiano, 
fa delle case il suo tempio, 
entra là dove la vita celebra la sua mite e solenne liturgia, 
la trasfigura da dentro. 
Dice il Vangelo: 
”Ed era per loro motivo di scandalo”. 
Scandalizza l’umanità di Gesù, la prossimità di Dio.
Eppure è proprio questa la buona notizia del Vangelo: 
che Dio si incarna,
che il divino è rivelato dall’umano,
che Dio ha un volto d’uomo, 
che lo Spirito è rivelato dalla carne, 
il Logos da un corpo: 
lo stupore perenne della fede, lo scandalo di Nazaret. 
E quando gli apostoli arrivarono 
a capire fino in fondo l’incarnazione, 
dissero: un uomo così non può essere che Dio! 
Un Dio che si perde dietro a pubblicani e prostitute e lebbrosi, 
in cerca della pecora perduta, 
abbracciato al Figliol prodigo, 
davvero il più bello tra i figli dell’uomo. 
La reazione di Gesù al rifiuto dei compaesani non si esprime 
con un atteggiamento di recriminazione o di condanna; 
lui non si esalta per un successo 
e non si deprime per un fallimento,
“ma si meravigliava”. 
Lo stupore di un cuore fanciullo.
A conclusione del brano Marco annota:
“Non vi poté operare nessun prodigio”.
Ma subito si corregge: 
“Solo impose le mani a pochi malati e li guarì”.
Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione,
anche di pochi, anche di uno solo.
L’amante respinto continua ad amare anche pochi, 
anche uno solo. 
L’amore non è stanco: è solo stupito. 
Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, 
lui profuma di vita......

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