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Ora il politicamente corretto vuole i Re Magi donne

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Sbagliava chi pensava che l’eliminazione dei presepi o quello versione gayfriendly fossero l’ultima parola di un delirio politicamente corretto che, ahinoi, non conosce purtroppo confini e ogni giorno si manifesta in nuove, allarmanti forme. L’ultima di queste manifestazioni viene da Madrid dove Manuela Carmena, il sindaco di Madrid di Podemos, il partito di “indignados” di sinistra in ascesa nei sondaggi, ha proposto – e pare fatto approvare – la presenza di due donne fra i Magi in due cortei cittadini, dove Baldassarre dovrà dunque fare a meno di Gaspare e Melchiorre. Desiderio di un presepe più giusto e al passo coi tempi? Voglia di progresso? E’ un’ipotesi poco convincente dal momento che la signora Carmena, per chi non la conoscesse, è la stessa che, non molto tempo fa, tentò direttamente di bandire il tradizionale presepe da Palacio de Cibeles, sede del municipio madrileno. Le “quote di genere” fra i Magi, ben lungi dall’essere un elemento migliorativo, sembrano pertanto rispondere anzitutto ad un intento complessivamente demolitore dell’iniziativa che, nel remoto 1223, fu per la prima volta di san Francesco. Senza contare che rimane ancora da capire cosa vi sia mai di oltraggioso, nel fatto che i tre Magi possano essere tutti uomini.
Non rimane allora che esprimere compassione nei confronti delle due figuranti che, in due cortei, interpreteranno Gaspare e Melchiorre con tanto di barbe posticce, prestandosi ad una carnevalata che la dice lunga sugli abissi nei quali è in grado di trascinarci un politicamente corretto che ha in odio non solo tutto ciò che sa di cristiano e di tradizionale, ma lo stesso buon senso. Perché quando le istituzioni, anziché risolvere i problemi dei cittadini, sembrano volerne creare di nuovi; quando la politica antepone i capricci astratti delle élites alle esigenze concrete della gente comune, è segno che qualcosa non va. Assurdo, d’altra parte, sarebbe vedere nel presepe un simbolo o una rappresentazione maschilista quando al centro, accanto al Bambino, c’è Lei, Maria, giovane donna che per la Chiesa è sia l’unica persona – l’unica – concepita senza peccato sia l’unica persona – l’unica – assunta in Cielo in anima e corpo, oltre ad essere la Madre di Dio, «figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura» commenterebbe Dante. Le “quote di genere” fra i Magi non sono dunque l’idea di chi vuole un presepe diverso ma di chi non ha mai osservato da vicino quello di sempre, rimanendo indifferente a una bellezza che i bambini, con meno cultura e spesso più cuore dei grandi, non hanno mai faticato ad ammirare.
giulianoguzzo.com

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