CHERNOBYL: UNA TRAGEDIA SENZA FINE
Era il 26 aprile del 1986 quando lo scoppio del reattore n. 4 della Centrale Nucleare di Chernobyl, a 100 km a nord di Kiev, provoco' il piu' grave incidente nucleare mai avvenuto in ambito civile. Dopo il 1991 vennero riconosciute vittime del disastro 3,4 milioni di persone. Tra di loro 380.000 liquidatori (coloro che si occuparono di decontaminare la zona dopo il disastro) e 1,2 milioni di bambini. Ma ancora oggi, a 30 anni da Chernobyl, vaste zone contaminate restano ancora inadatte alla vita umana, eppure al loro interno vivono 2,3 milioni di persone. Dal punto di vista sanitario si registra, inoltre, un aumento della mortalita' infantile.
Dal 1991 al 2010 la popolazione ucraina e' diminuita di 6.5 milioni di unita'. La pricipale causa e' stato l’incremento delle morti infantili, soprattutto di quelle prima del compimento del primo anno di vita. Nel periodo successivo all’incidente nucleare il tasso di mortalita' nei 4 distretti piu' contaminati e' aumentato piu' distintamente rispetto al Paese preso nella sua globalita' (+0.19% Ucraina; +0.78% zona 2; 0.33% in zona 3; +0.89% in zona 4). Di pari passo sta diminuendo l’aspettativa di vita: in meno di 20 anni e' passata da 71 (1991) anni a 67 (2009). Inoltre diversi studi hanno confermato che il peggioramento della salute della popolazione pediatrica dei Paesi maggiormente dalle radiazioni dell’incidente nucleare sia una delle peggiori conseguenze del disastro di Chernobyl. Secondo lo studio di Sole terre centinaia di migliaia di bambini sono stati esposti a radiazioni acute, a basso dosaggio ma per un periodo prolungato di tempo e a una serie di sostanze chimiche trasportate dalla nube radioattiva. Nonostante gli sforzi portati avanti per preservare e riabilitare la salute dei bambini esposti alle radiazioni e agli altri fattori negativi dell’incidente di Chernobyl, la diminuzione delle persone completamente sane e' impressionante: dal 27.5% nel 1986 si e' passati ad un misero 7.2% nel 2005.

Tra i dati piu' preoccupanti registrati anche lo stato di salute della prima generazione di discendenti di coloro che sono stati esposti alle radiazioni durante l’infanzia. I bambini e adolescenti di allora, infatti, sono in questi anni diventati a loro volta genitori. Una ricerca che ha preso in esame i bambini nati da genitori che sono stati evacuati da Pripyat e i figli di quei bambini che abitavano nella zona 2 e 3 (e che vi hanno continuato a vivere) ha dato risultati sconfortanti. Tutti i bambini sono caratterizzati da bassi livelli di salute: il numero di quelli completamente sani in eta' scolare non supera il 10%. Il loro sviluppo fisico – uno dei principali criteri per stabilire lo stato di salute - e' risultato essere non armonioso nel 62.40 – 62.58% dei casi. Inoltre, anche se gli studi sulle modificazioni genetiche nella prima e seconda generazione di discendenti dalla popolazione irradiata siano ancora agli inizi e si muovano su un terreno assai complesso, il primo studio pilota sulla popolazione di Rivne (Ucraina) ha mostrato la maggiore incidenza in Europa di malformazioni del tubo neurale (da cui, negli embrioni, si sviluppa il sistema nervoso centrale), blastopatie e microcefalia. Nei bambini figli di genitori esposti appare un’instabilita' genomica che aumenta la probabilita' di cancro o malformazioni congenite.

(dal report Salute in Ucraina dopo Chernobyl, realizzato dall'organizzazione Sole Terre, che mette a confronto diversi studi realizzati negli anni, dal periodo pre esplosione (1980) al 2004-2010)

Commenti