Aborto come Auschwitz: assolto mons. Reig Plà
In un articolo pubblicato nel settembre 2014, Reig Plà aveva paragonato l’aborto ai treni diretti ad Auschwitz, equiparando così la strage di innocenti nella pancia della loro mamma con il genocidio degli ebrei durante il nazismo.
In particolare il coraggioso vescovo spagnolo – uno dei pochi, nel suo Paese e nell’orbe cattolico, a dire “pane al pane e vino al vino” su questi temi – si era scagliato contro la classe politica e in particolare contro il capo del Governo Mariano Rajoy che, nonostante le promesse, non ha riformato la legge sull’aborto, accontentandosi di un ritocchino di facciata che nulla cambia nella sostanza.
Le femministe hanno ritenuto offensive e contrarie ai diritti e alle libertà umane fondamentali le dichiarazioni di mons. Reig Plà e per questo gli hanno fatto causa. Peccato che gli unici a conculcare i diritti umani sono gli abortisti: impedendo ad un bambino di nascere, uccidendolo nel grembo materno, non sono si viola il suo sacrosanto e primario diritto alla vita, ma di conseguenza lo si priva di ogni altro diritto e di ogni altra libertà. Ma il mondo femminista radicale continua a ritenere l’embrione non un essere umano, come la realtà e la scienza dicono, bensì un’escrescenza da tenere o gettare in base alla volontà della donna.
Il Tribunale di Madrid, nonostante abbia ammesso che i termini usati dal vescovo sono forti e poco felici, ha però dovuto riconoscere che, piaccia o meno, si tratta del diritto alla libertà di espressione riconosciuto dalla Costituzione. Il prelato ha semplicemente voluto ricordare l’importanza del diritto alla vita.
Del resto, a parlare di aborto come genocidio e a paragonarlo alla Shoah sono stati tanti, come ad esempio Papa Giovanni Paolo II stesso. E non c’è nulla di cui vergognarsi in tali affermazioni. A vergognarsi e a pentirsi devono essere quanti, promuovendo l’omicidio degli innocenti, guadagnano sulla pelle e sul sangue dei milioni e milioni di bambini massacrati ogni giorno nelle cliniche di tutto il mondo, con l’avallo delle leggi statali. Leggi che non esitiamo a definire criminali.
L’esempio e il coraggio di mons. Rei Plà ci serva da ispirazione per non tacere e non aver paura di proclamare la verità tutta intera. Nel nome di chi non può parlare.
Federico Catani
Fonte: Actuall
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