Quei peccati ‘sociali’ che gridano vendetta contro il cielo
Il pensiero di Maria d’Ágreda sulla perversità dell’opprimere i poveri e defraudare gli operai
Nel giubileo indetto da papa Francesco tra altri aspetti si è giustamente posta attenzione alle sette opere di misericordia sia corporali che spirituali. Per completezza è opportuno richiamare anche alcuni dei “peccati che gridano verso il cielo”, ossia “il lamento del popolo oppresso in Egitto; il lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano; l’ingiustizia verso il salariato”.
Secondo la formulazione precedente al Catechismo della Chiesa Cattolica erano gli ultimi due dei quattro “peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio” e precisamente l’oppressione dei poveri e il defraudare la giusta mercede agli operai. Ecco di seguito un testo molto eloquente della venerabile Maria di Gesù d’Ágreda (1602-1665) tratto dalla Mistica città di Dio (Ed. Porziuncola, Assisi).
***
Tutti i mortali nascendo sono destinati a lavorare e non solo perché a causa del peccato originale hanno meritato la fatica come pena, ma perché con la creazione del primo uomo è stato generato il lavoro stesso. Tuttavia il travaglio non è stato ripartito in modo equo fra tutti.
I più potenti e ricchi e quelli che il mondo chiama signori e nobili cercano di esentarsi da questa legge comune, e fanno in modo che la fatica ricada tutta sopra gli umili e i poveri, lasciando che questi sostentino col proprio sudore il loro fasto e la loro superbia. E così accade che il misero e il debole serva il forte e il potente.
Molti superbi sono talmente impregnati di questa perversità da giungere a pensare che un tale ossequio sia loro dovuto; forti di tale convinzione calpestano, opprimono e disprezzano i poveri ed hanno la presunzione di credere che questi debbano vivere solo per servirli e per fare loro godere l’ozio e le delizie del mondo e dei suoi beni.
Inoltre questi uomini sfruttano i loro simili e non li pagano neanche con uno scarso stipendio. Riguardo al fatto che i poveri e tutti coloro che servono non sono doverosamente ricompensati, e riguardo a tutto ciò che hai compreso su tale questione, avresti potuto descrivere anche le gravi malvagità che si commettono contro la volontà dell’Altissimo.
Sappi dunque che, siccome questi sfruttatori sovvertono la giustizia e il diritto e non vogliono rendersi partecipi della fatica degli uomini, si muterà per loro l’ordine della misericordia che viene accordata ai piccoli ed ai disprezzati; intrappolati nella pesante oziosità dalla loro superbia saranno castigati con i demoni che hanno imitato.
***
Per un approfondimento S. Cecchin, Maria di Gesù d’Ágreda. Mistica dell’Immacolata Concezione, LDC-Velar, Gorle 2016.
Commenti
Posta un commento