Quando si abbandona il giusto rapporto con una realtà,
immediatamente si manifestano due errori opposti.
L’umanità è entrata nel razionalismo,
ma il razionalismo non soddisfa il cuore umano.
Di conseguenza si produce una reazione uguale e contraria:
l’invasione dell’irrazionale.
nessun rapporto con esso è possibile.
La conseguenza è stata una reazione che instaura
un rapporto ossessivo e anarchico con le forze delle tenebre.
E che riconosce la potenza del diavolo,
ma non la sua intelligenza:
lo raffigura folkloristicamente come un caprone,
lo associa ai sacrifici di animali.
Ma il diavolo agisce più attraverso la sua intelligenza
che attraverso la forza, la sua specialità
è provocare due o più derive opposte,
è orchestrare quelle che Giovanni Paolo II ha chiamato
“strutture di peccato”:
peccati che non sono in rapporto
con un’intenzione umana univoca,
ma che si creano per l’opposizione di due o più parti.
Pensiamo alla Spagna, dove la reazione alle stragi anticristiane
è stato il fascismo e da lì tre anni di guerra civile.
Pensiamo al trionfo del nulla in tivù:
nessuno l’ha deciso a tavolino,
eppure si ha l’impressione che qualcuno l’abbia orchestrato.
Il fatto è che il diavolo distingue perfettamente l’errore dalla verità,
e moltiplica coscientemente gli errori per giocarci.
Noi invece, anche quando siamo nell’errore,
crediamo di essere nella verità, e ci teniamo.
Il diavolo non ci tiene, ed è per questo
che è capace di manovrare e di creare strutture
che ci spingono a commettere cose
che vanno al di là delle nostre intenzioni coscienti.
[Da un'intervista del 2010 di Tempi a Fabrice Hadjadj]
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