Gli ultimi aggiornamenti che provengono dal Great Ormond Street Hospital suggeriscono alcune considerazioni sul caso drammatico di Charlie Gard e sulla sentenza della Corte Europea dei diritti umani.
“Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. È il twitter di Papa Francesco. “Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie”, ha gridato il Card. Carlo Caffarra, Arcivescovo emerito di Bologna.
Vergogniamoci, dunque, di questa Europa dove una madre può decidere di uccidere il proprio figlio con l’aborto, ma non può decidere di farlo vivere, se è malato.
Preghiamo per salvare, se ancora possibile, la vita del piccolo Charlie Gard e perché cambi questa cultura di morte.
I programmi dei nostri politici e le le leggi che hanno fatto approvare non sono a favore della vita, ma della morte; sono leggi e proposte a favore dell’aborto, dell’utero in affitto, dell’eutanasia, del matrimonio tra persone dello stesso sesso, a favore della teoria del gender. Costoro non sono credibili nell’associarsi al grido delle mamme e delle famiglie che vogliono salvare Charlie e vogliono ridare ai genitori la responsabilità di decidere sulla continuità delle sue cure.
Il nostro auspicio è di riscoprire la centralità della persona e della sua dignità, della vita e non della morte, dell’etica nella società.
Antonino Giannone Docente di Etica professionale e Relazioni industriali
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