Una vita per amare è la vita di don Oreste Benzi.
Tra tutte le parole possibili questa definizione coglie l’essenza del sacerdote riminese scomparso 10 anni fa, il 2 novembre 2007.
In occasione del decennale la Comunità Papa Giovanni XXIII organizza diverse iniziative in tutta Italia.
L’evento più importante a Rimini il 31 ottobre 2017 con il convegno nazionale "Una Vita per Amare".
Una giornata con testimonianze e voci nella città dove “il don” è nato e ha vissuto gran parte della vita.
Convegno nazionale "Una vita per amare"
31 ottobre 2017
Palacongressi, via della Fiera - Rimini (RN)
Il convegno inizia alle ore 9.00, con una mattina dedicata agli studenti delle scuole superiori.
I ragazzi hanno la possibilità di incontrare Don Oreste attraverso le battaglie che lui ha combattuto, si parlerà di tratta di esseri umani, immigrazione, percorsi di pace, integrazione e disabilità, difesa della vita.
Stimoli, provocazioni, testimonianze, racconti di vita, all’interno del quale i ragazzi avranno la possibilità di porre domande e confrontarsi.
Don Oreste è stato insegnante e guida spirituale di tanti giovani, il suo cuore batteva per loro, la relazione che creava con loro era autentica e profonda. Attraverso le sue provocazioni e la sua profezia i giovani riceveranno una proposta per l'oggi, per cambiare, trasmettere l’urgenza di una ribellione necessaria e non perdersi in una esistenza senza senso.
All'ingresso i ragazzi saranno accolti da giovani che già condividono la vita con gli ultimi nei diversi ambiti di emarginazione. Entrano come uditori ma – se vogliono – escono come ambasciatori di giustizia, “per essere voce di chi non ha voce”.
Nel pomeriggio riparte alle ore 16.00, con le testimonianze di chi l’ha conosciuto e anche di chi è impegnato in ambiti politici, istituzionali, sociali artistici: don Oreste non appartiene alla Comunità Papa Giovanni XXIII o alla parrocchia dove è stato sacerdote ma appartiene a chi lo incontra oggi attraverso la vita di condivisione con gli ultimi e l'impegno per la giustizia.
Sarà un momento di ascolto, ma anche di riflessione e impegno.
Non vogliamo celebrare un morto, un’icona, ma chiedere e prendere impegni che portano a scelte di giustizia, così come ha fatto lui e farebbe oggi. Ascoltava e cercava soluzioni concrete ai problemi, con strumenti di giustizia e l’opzione per gli esclusi.
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