COME ATTENDERE?
«Prendi parte alla gioia del tuo padrone». (Mt 25,21)
Ci sono alcune certezze che emergono dal Vangelo che la XXXIII domenica del Tempo Ordinario ci propone.
La prima: ci sono dei momenti in cui i servi vengono lasciati da soli(Mt 25,14a).
La seconda: colui che deve lasciarci soli non ci abbandona, ma ci affida qualcosa, ci dà mezzi e strumenti per dare senso e valore al tempo da vivere. Inoltre non ci dona qualcosa di puramente casuale, ma ci offre i suoi beni (Mt 25,14b-15).
La terza: il tempo da vivere non può essere caratterizzato da scelte fatte per paura. Il tempo diventa per i servi la possibilità di coltivare, in assenza «del padrone», un’attesa feconda, creativa, capace di moltiplicare i beni affidati (cfr. Mt 25,20-25). La creatività è premiata, la rassegnazione no.
Ci sono momenti nella vita in cui, pur cercando risposte, si trova solo silenzio e deserto. Dio sembra lontano. La solitudine esteriore e interiore attanaglia. La paura di imboccare la strada sbagliata fa capolino. La notte sembra lunga. Il giudizio degli altri pesa. La tentazione è di mettere tutto ciò che ci è stato affidato sottoterra per attendere tempi migliori. E se il sole per sorgere avesse bisogno proprio di ciò che abbiamo sotterrato? Se il compimento dell’attesa, il sopraggiungere di tempi migliori, il trovare le risposte fosse legato proprio a quella capacità di investire i doni anche e soprattutto nei tempi di deserto, solitudine, disorientamento?
Mi spaventa l’idea di essere un «servo inutile» (Mt 25, 30) per il mondo, inutile rispetto al progetto di salvezza che Dio ha per l’umanità. Ma infondo, la differenza tra quell’essere buono e fedele o inutile e malvagio sta proprio nello scegliere «come» vivere l’attesa… ogni attesa.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Servi buoni e fedeli
Signore, attendere può significare
vivere e morire.
Attendere è esistere e far esistere,
o rassegnarsi e spegnere.
Insegnaci a vivere il tempo, anche quello più difficile:
la debolezza, la sterilità, il tuo silenzio,
come tempo di attesa vigile e creativa,
che sa sempre ricevere e donare il bene a larghe mani.
Amen.
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