Anziani soli...

Il vecchietto dove lo metto?


“Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa. 
Mi dispiace
ma non c’è posto, non c’è posto per carità”. 
Cantava così Domenico Modugno in un noto motivo di molti anni fa, 
quando i nonni erano ancora una parte importante delle famiglie. 
Chissà che direbbe il cantautore pugliese se vedesse quanto la sua canzone, tristemente profetica, si addice alla società odierna. 
Nel mondo in cui viviamo gli anziani sono una risorsa, 
ma purtroppo in molti casi rappresentano anche un peso. 
Se da un lato i nonni sono i protagonisti principali del welfare domestico, 
dall’altro incarnano anche uno dei più gravosi “problemi” di molte famiglie. 
Mentre per i servizi di babysitteraggio o come finanziatori sono richiestissimi, quando si ammalano o quando la famiglia va in vacanza restano soli, 
vittime di una società che corre, 
che deve produrre, 
che non ha tempo da dedicare ai fragili. 
Basta leggere i dati pubblicati nel 47° Rapporto Censis 
per avere contezza di questa crudele dicotomia moderna. 
Nove milioni sono i nonni che accudiscono i nipoti. 
Gratuiti, affidabili e sempre disponibili, in molti casi aiutano 
anche economicamente i figli. 
Sette milioni di anziani infatti destinano loro, ogni anno, 5,4 miliardi di euro. 
Ma di tenerli in casa con sé, 
specialmente se non più autosufficienti, non se ne parla. 
I ritmi e le pretese della nostra società non contemplano una simile soluzione 
che viene vista, quasi sempre, come un limitante sacrificio. 
Quando si può, l’anziano è parcheggiato in una residenza 
o affidato alle cure delle sempre più richieste badanti. 
Lo fanno oltre 900mila famiglie che scelgono di auto tassarsi 
per pagare questi servizi ai propri familiari non più giovani. 
190mila famiglie preferiscono invece ricorrere alla vendita della casa paterna o materna, con formula di nuda proprietà, mentre 152mila – 
non avendo altri mezzi – devono indebitarsi. 
E questi sono i casi “fortunati”. 
Perché per oltre 2 milioni di anziani con “limitazioni funzionali”,
per dirla col Censis, l’unica prospettiva possibile è la solitudine.
La fotografia scattata dal Censis mostra una popolazione anziana spesso 
senza assistenza e pensionati ultra ottantenni in crescita, 
senza qualcuno che li aiuti nelle faccende quotidiane, 
che faccia loro un po’ di compagnia, che non li faccia sentire un peso, 
ma manifesti loro gratitudine per tutto quello che rappresentano, 
per quanto hanno dato ed anche per quella loro tenera fragilità 
che merita di essere amata.
Il vecchietto allora mettiamolo nei nostri pensieri, 
per non farlo sentire dimenticato. 
Mettiamolo nel tempo libero, anche se è poco, per non lasciarlo solo. 
Mettiamolo tra quelli che possono darci un consiglio, 
per non farlo sentire inutile. 
Mettiamolo tra le persone da aiutare, per non rendere inutile la nostra vita.

Gianni Epifani, Sacerdote rogazionista, giornalista e regista della Santa Messa di RaiUno

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