Liturgia della Parola domenicale commentata
da padre Ermes Ronchi DOMENICA 3 AGOSTO 2014
Vangelo secondo Matteo (Capitolo 14, versetti 13-21)
Vide una grande folla,
sentì compassione per loro
e guarì i loro malati.
Vide, sentì compassione, guarì:
tre verbi rivelatori.
Egli vide una grande folla, il suo sguardo non scivola via sopra le persone, ma si posa sui singoli e la prima cosa che vede,
la prima che si alza da tutta quella gente e lo raggiunge
è la loro sofferenza:
e sentì compassione......
Dio prova dolore per il dolore dell’uomo,
un padre patisce insieme ai suoi figli,
è questo che cambia tutto,
che fa immergere Gesù dentro il nostro male di vivere,
e fioriscono miracoli:
guarì i loro malati.
Il tesoro dell’uomo è il patire di Dio,
il patire di un Dio appassionato, donatore di vita.
Anche il resto del racconto viene dal grembo della divina compassione
“è tardi; congeda la folla perché vada a comprarsi da mangiare”.
Ma Gesù disse:
“Voi stessi date loro da mangiare”.
Mi intenerisce questo Gesù che non vuole
allontanare da sé nessuno,
che li vuole tutti intorno anche a mangiare.
È una immagine materna di Dio che nutre e alimenta ogni vita,
che ha fatto della tavola condivisa il simbolo più alto del regno dei cieli e della sua presenza fra noi.
Ma anche esigente:
Voi stessi date loro...
Possiedono ben poco, cinque pani e due pesci,
ma il miracolo è Dio che combatte la fame del mondo attraverso le nostre mani che imparano a donare.
L’aveva detto:
‘Voi farete cose più grandi di me’.
Noi abbiamo la terra, tutta la terra,
folle sterminate da sfamare,
ed è possibile se cresce il coraggio della condivisione.
Secondo una misteriosa regola divina quando il mio pane
diventa nostro pane, si moltiplica.
Che diritto hanno i cinquemila di ricevere pane e pesce?
Che cosa possono vantare?
L’unico diritto è la fame, il solo titolo è il bisogno.
Davanti a Dio, siamo tutti come quella folla,
senza meriti o diritti se non la povertà e la sofferenza,
e la loro fame di essere abitate da Dio.
E quando nella celebrazione dell’eucaristia si prolungano i miracoli del pane e della compassione di Dio,
quando ci incamminiamo verso la comunione,
non costringiamola, per nessuno,
nell’alternativa meschina tra pane meritato o pane proibito,
essa è il pane donato,
pane della divina compassione,
totalmente immeritato.
Come per i cinquemila sull’orlo del deserto,
così per noi
sull’orlo della notte...........
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