Tre amici moschettieri ed io...

DI COSTANZA MIRIANO

Quando correvo, facevo atletica leggera in modo serio (o forse dovrei dire folle), avevamo coi miei amici corridori alcuni indicatori della riuscita dell’allenamento. Intanto se vomitavi alla fine delle ripetute 
l’allenatore cominciava a pensare che forse avessi fatto quasi abbastanza. 
Poi, se correvi meno di un’ora non potevi manco dire di avere corso. 
Cinquanta minuti non valevano, non era omologato. 
Ormai questo modo di pensare mi è rimasto 
(corro da oltre trenta anni, il mio cervello ne è rimasto irreparabilmente danneggiato), e così penso che andare in giro con Padre Maurizio Botta, Mario Adinolfi e Marco Scicchitano non vale neanche, 
è troppo facile, è troppo bello. 
Niente fatica, niente meriti.

Così non so se l’incontro del 28 luglio a Lerici con i miei tre amici moschettieri, alla festa di Avvenire, me lo posso far cambiare in punti paradiso.

Eppure tutti dovremmo avere una simile compagnia. 
Ci serve, ne abbiamo bisogno. 
Gli altri ci confermano in quello in cui crediamo, 
e ci dicono che anche se a momenti ci sentiamo come il pazzo contromano in autostrada, se ci guardiamo intorno vediamo che svariati amici sono pazzi come noi, e ci sentiamo incredibilmente sollevati.

Non per niente Gesù ha fondato la Chiesa: 
anche per la necessità che abbiamo di guardarci gli uni gli altri, 
di essere a volte pasciuti dal pastore, 
a volte capaci di prenderci qualcuno sulle spalle.

A Lerici (il 28 luglio alle 21, se non lo avessi detto abbastanza) 
noi quattro parleremo del falso mito di progresso del gender, c
he sarebbe in soldoni l’idea che essere maschio o femmina sia un fatto culturale e non un dato anche biologico, 
e che si possa scegliere del tutto autonomamente a quale orientamento appartenere. 
Parleremo di come questo falso mito sia lontano dalla nostra fede, 
di quanto tocchi la natura dell’uomo, 
il profondo del suo cuore, 
di come sia infondato scientificamente, 
di come una minuscola, residuale lobby lontanissima dal buon senso e dal sentire comune – 
provate a chiedere a un passante qualsiasi cosa pensi del gender – 
stia cercando di cambiare la cultura di un popolo a colpi di legge 
(perché la legge, quella sì, fa cultura e cambia i popoli, progressivamente). 
Di come cancellare la differenza tra maschile e femminile 
renda difficili i rapporti tra questi due esseri così lontani e così vicini, 
e mini alla base la struttura stessa della famiglia.

Abbiamo fatto svariate meravigliose riunioni trabocchevoli 
di amicizia e divertimento per prepararci. 
Gli altri tre sono ferratissimi sul tema. 
Io ho dimenticato non so dove gli appunti, 
però oggi ho visto un bellissimo vestito da mettere il 28. 
Mi sembra il dato più rilevante in vista della serata, 
non è colpa mia se sono una femmina..........

Commenti