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UN NUOVO SCANDALO TRAVOLGE I CASCHI BLU
di Carolina Garcia
Ancora una volta a finire nell’occhio del ciclone sono coloro che dovevano vigilare sulla pace e sul rispetto delle leggi. E ancora una volta la notizia ha scatenato la rabbia di chi si è fidato vedendo i colori delle Nazioni Uniti. Come ha detto Anthony Banbury, il segretario generale aggiunto incaricato della logistica delle missioni di peacekeeping dell’Onu, “con molta probabilità sono 69 i casi di abusi sessuali commessi dai caschi blu delle missioni di pace delle Nazioni Unite nel 2015.
Si tratta dell’ennesimo scandalo che vedi coinvolti i caschi blu dell’Onu. Infatti lo scorso anno ad Haiti, almeno 225 donne sono state sfruttate sessualmente dai corpi di pace delle Nazioni Unite. Un terzo dei casi riguarda donne minorenni. L’inchiesta era stata avviata nel 2014 e i funzionari dell’Onu hanno raccolto la testimonianza di centinaia di donne che dopo gli abusi hanno ricevuto scarpe, medicine, computer portatili, cellulari o soldi.
Parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro, Banbury ha affermato che 22 di questi casi sono stati commessi nella Repubblica Centrafricana, dove tra le vittime ci sono anche molti minori e dove l’alto commissariato per i diritti umani ha individuato anche sei casi commessi da soldati europei, di nazionalità “non chiara”.
“E’ difficile immaginare lo sdegno provato da chi lavora per le Nazioni Unite e per la pace e la sicurezza quando accuse del genere vengono alla luce – ha detto Banbury durante la conferenza stampa -, specialmente quando riguardano minori, cosa che è davvero difficile da comprendere”. Le accuse riguardano militari del contingente francese, di quello georgiano e di un altro Paese che non è stato specificato. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha dichiarato che nel mese di febbraio pubblicherà una relazione con i dettagli di tutte le denunce sporte a partire dal 2015, indicando anche i Paesi da cui provengono i soldati coinvolti.
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