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La nostra Pasqua dimenticata
Bernard Sawicki
Ogni anno si affaccia sempre più timida. Fra poco non ci sarà nessun posto per lei. Già si muove nel mondo con tanta difficoltà. Diventa problematica e perciò talvolta sostituita da altre forme politicamente più corrette. Nonostante la sua lunghissima e splendida storia – per non parlare dei suoi meriti per la civiltà e cultura europea (e non solo) – lei tante volte deve vergognarsi.
Negli ultimi decenni perdeva terreno contro razionalismo, economia e piacere. Fu considerata come una reliquia dei tempi passati, spogliata del suo mistero e della sua bellezza. Come simbolo di un altro ordine, e di valori ormai trasformati nelle cose più umane e divertenti, è stata pian piano sempre di più ignorata e cacciata via dalla vita del mondo. Le sue tracce rimangono ancora in alcuni brani musicali o in qualche pittura. Però esse, pur conservando ancora grande forza, diventano sempre di meno compresi.
Oggi in pochi sanno quale sia il suo senso. Ancora meno numerosi sono coloro che credono in questo senso. Così lei sta diventando un’abitudine quasi folkloristica o una tradizione superficiale. I suoi fedeli sostenitori si sentono marginalizzati e disprezzati; mantengono le sue forme e tradizioni più belle, ma sono diventati una minoranza poco rispettata.
Rimane oscurata dai problemi del mondo moderno che sono tanto drammaticamente spettacolari che attirano tutta la nostra attenzione. Viene annegata dal male, dalle violenze trasmesse in continuazione attraverso i media, che ormai diventano lo spazio quotidiano della nostra vita, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta. Pure la nostra speranza non ha più le forze per appoggiarsi su di lei.
Così solitaria, rifiutata e dolente, cerca i cuori ancora aperti per essere accolta e celebrata. Desidera tanto essere invitata da qualche famiglia che preferisce il bene e sa approfittare del suo tempo libero per prenderla in considerazione. Privata dei suoi privilegi, osserva come la gente viene affascinata dalle sue “caricature”. Ha paura che ogni nuovo anno può toglierle ancora questo poco che ha.
E così, la nostra Pasqua rimane abbandonata e misera, coccolando il suo Segreto ineffabile, che ha salvato tutto il mondo ma ora sembra perdere contro indifferenza, stanchezza o pigrizia umana. Ma non perderà mai! Una volta e per sempre, rimane l’impronta essenziale della nostra civiltà, pazientemente ci aspetta. Aspetta tutti! Sa che non può lasciare il mondo, perché senza di lei esso sparirebbe totalmente. Lei è la chiave per comprendere i problemi dell’umanità, e l’orizzonte finale dove essi lo portano.
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