NEL SILENZIO… LA VITA! – SABATO SANTO
Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù (Gv 19,41-42).
Siamo poco fuori da Gerusalemme. Luogo di esecuzioni, di morte, di impurità. Il corpo del Salvatore, come quello di un comune ribelle, è raccolto dall’atroce strumento di condanna: la croce.
Donne
Non più lontane… non più separate dal tuo corpo. Non più allontanate da guardie o da un legno. Ora il tuo corpo è affidato a noi, come sempre in questi casi. Noi raccogliamo ciò che resta dei corpi inermi, solo noi riusciamo ad abbracciare la morte, con lo stesso amore e la stessa tenerezza con cui abbracciamo la vita.Oggi avvolgiamo, in morbidi lini il tuo corpo, bagnato non da oli profumati, ma dalle lacrime della madre tua… dalle lacrime dell’umanità ferita e sofferente.Ti abbiamo deposto in un sepolcro e, lasciandoti, abbiamo avuto l’impressione di consegnarti non a una fredda pietra, ma alle braccia spalancate di tutta la creazione. Non ci è sembrato di abbandonare il tuo corpo. Abbiamo solo pensato di affidarti a mani che ti attendevano da tutta l’eternità.
Chi sei Gesù di Nazaret? Ti abbiamo seguito come maestro buono; abbiamo mangiato le tue parole come fossero pane e bevuto i tuoi gesti come fossero acqua fresca, sempre zampillante. Ma oggi, nel silenzio di quel corpo inerme, ti abbiamo sentito vivere, nel cuore della stessa morte.
Sostiamo, pregando, in comunione con tutti i fratelli e sorelle defunti. Con coloro, vicini o lontani, da cui la morte ci ha separato. Per loro preghiamo, nella certezza che Dio padre, in Gesù, oggi, sta spezzando le catene della morte e del peccato.
Va guardato, contemplato, ascoltato…Non è solo il crocifisso, morto e sepolto; e non è neppure il Risorto… non ancora almeno.Dobbiamo contemplare il Cristo sposo, reso madre dalla morte, dal suo essersi consegnato, per amore.Il corpo ucciso dell’uomo è disteso, avvolto dalla sindone, ma vive.
Il tuo grembo, Signore Gesù, oggi partorisce vita
e il tuo costato trafitto la nutre.
Noi contempliamo te, Cristo sposo.
e il tuo costato trafitto la nutre.
Noi contempliamo te, Cristo sposo.
Oggi ascoltiamo il silenzio della creazione
che attende di essere liberata, per sempre, dalla morte.
In questo lungo sabato santo,
il tuo silenzio è parola,
la sua assenza presenza feconda…
tu, nascosto ai nostri occhi,
ci stai generando all’eternità.
che attende di essere liberata, per sempre, dalla morte.
In questo lungo sabato santo,
il tuo silenzio è parola,
la sua assenza presenza feconda…
tu, nascosto ai nostri occhi,
ci stai generando all’eternità.
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