Cinque pani e due pesci
E’ benedizione sicura donare a Gesù presente nel prossimo anche il necessario per vivere
di p.
Queste righe mi guariscono dalla paura di aver troppo poco da offrire. Mi donano la certezza che Gesù, per sfamare il mondo, vuole che gli offra con amore il mio…poco o niente.
Il miracolo è nato da un “niente” – cinque pani e due pesci – consegnato in buone mani, con fiducia.
A me pare molto importante immaginare e sottolineare cosa possa essere successo nella mente, nel cuore di quel giovane che, affamato, con lo stomaco vuoto, ha avuto il coraggio di consegnare agli apostoli quell’unico “boccone” che gli è stato chiesto.
Quando si parla del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si tende a sottolineare unicamente la potenza di Gesù, il miracolo che ha sfamato cinque mila e più persone… Non so fino a che punto abbia capito, intuito dove e in mano di chi andasse a finire il suo pranzo.
Probabilmente al giovane protagonista avranno fatto capire che era lo stesso Gesù, che voleva, con quel poco, saziare quell’esercito di affamati. Fortunato giovane che dopo aver capito che quei pani sarebbero andati in mano a Gesù, li ha ceduti, forse con l’acquolina in bocca per la fame che anche lui, come tutti, provava.
Mi torna in mente l’episodio avvenuto, così si racconta, in un castello da allora detto “castello del porco”. Nel castello lungamente assediato da nemici un gruppo di persone riuscivano a sopravvivere grazie all’abbondante scorta di cibo.
Ma un certo giorno s’accorsero che le riserve stavano per finire. Non rimaneva loro che un maiale gelosamente allevato per farne, a suo tempo, saporiti salami.
Visto che l’assedio era sempre più tenace, tennero consiglio per decidere se mangiare il porco e poi darsi in mano al nemico o donare al nemico il porco per salvarsi ostentando abbondanza. Affamati ma fiduciosi, decisero di adottare la seconda proposta: “Il nemico – concluse il capo – rimarrà sconfitto appena sorpreso della nostra inaspettata abbondanza”.
E indovinò. Il maiale, unico bene rimasto, fu lasciato correre fuori dalle mura assediate e donato in pasto al nemico. E fu la vittoria. Gli assedianti si ritirarono e la gente del castello fu libera.
Senz’altro fu un rischio offrire al nemico quell’unico cibo rimasto. Ma è certezza di risposta miracolosa, è benedizione sicura donare a Gesù presente nel prossimo anche il necessario per vivere.
Così accadde alla vedova che nel tempio offrì tutto ciò che aveva per vivere, così avvenne al giovane che offrendo a Gesù quell’unico suo boccone potè godere della sovrabbondante risposta.
Così accade anche oggi – ed è sotto gli occhi di tutti – a chiunque si fidi della Provvidenza.
Ciao da p. Andrea
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