Caino: cattivo e colpevole per sempre
Proprio in questi giorni una mia nuova amica di penna, Giuliana, mi ha scritto: «A tutti gli uomini deve essere data la possibilità di pentirsi (come ha fatto nostro Signore sulla croce) e di incamminarsi nel mondo in una nuova vita, e ciò deve essere fatto dagli uomini verso i propri simili con amore e… misericordia». (Diario di un ergastolano:www.carmelomusumeci.com)
In tal senso, considerando che il signor Musumeci, durante il suo racconto, si è soffermato su particolari ricchi di pathos come il non ricordarsi più il sapore dell’acqua del mare o il proprio aspetto al di fuori dal volto, o come la stranezza di tornare a casa e di vedere i suoi nipotini, non posso fare a meno di pensare che le persone vittime dei suoi reati difficilmente possono godersi ancora una vacanza con i propri cari, specialmente se sotto un metro di terra. Non avevano forse anche loro lo stesso diritto alla vita, alla libertà e agli affetti che tanto viene preteso da chi quella stessa vita, quella stessa libertà e quegli stessi affetti li hanno tolti?»
Continuo a pensare che si possa diventare cattivi quando, fin da bambino, ti manca una via di scampo o alternative (o sei così debole da non vederne) e ti senti impotente. Nella mia testimonianza ho affermato “che nessuno dovrebbe avere una pena superiore ai cinque anni” perché, nella maggioranza dei casi, la galera distrugge le persone e perché spesso la pena viene usata per bastonare il cuore e le menti dei prigionieri. Giustamente, la società condanna il male, ma sono poche le persone che si domandano l’origine di quel male: probabilmente perché non interessa la loro vita. Rispetto il parere espresso da questa studentessa, ma non sono d’accordo sul fatto di sostenere che certe persone siano irrecuperabili e che rimarranno cattive e colpevoli per l’eternità. Le relazioni e gli incontri sono quelli che ci fanno crescere e sono convinto che i cattivi possano migliorare se vengono aiutati ed educati (che, letteralmente, significa “lasciar venire alla luce”, “trarre fuori”) alla tenerezza, all’amore e alla speranza. Purtroppo, però, il carcere, così com’è gestito in Italia, ci insegna solo a diventare ancora più cattivi.
In ogni caso, qualora si ritenga che alcune persone siano dei mostri, allora meglio condannarli a morte piuttosto che murati vivi per l’eternità.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova maggio 2016
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