MILAGRO
Le Speranze dei Poveri
NON LASCIAMOCI RUBARE LA SPERANZA
Ce lo ha insegnato don Tonino
Don Ferdinando Fodaro
Il mondo cambia ma questa non è la novità. Nei corsi e ricorsi della storia gli uomini si spostano da un capo all’altro del pianeta, acquisiscono conoscenze nuove che li spingono ad andare oltre. Fin qui nulla di nuovo. Ma ora tutto ciò fa paura. Certo è facile puntare il dito sulla ventata di terrore che dal nord Africa e dal Medio Oriente si sta abbattendo sull’Occidente, ma per non cadere in giudizi troppo semplicistici e populisti occorre fermarsi ad analizzare noi stessi. Ce lo ha insegnato in tanti modi don Tonino: se vuoi cambiare il mondo cambia te stesso!
La fobia di incontrare qualcuno dal colore della pelle diverso dal mio, cresciuto in una cultura non occidentale ha totalizzato le nostre energie e ci ha fatto alzare muri difensivi ed elaborare giudizi a priori; abbiamo escluso definitivamente la possibilità che l’altro sia mio fratello, che la sua vita e la sua felicità mi interessa. L’altro è un dono per me, un arricchimento unico e irripetibile, una possibilità che mi si presenta per essere un uomo e una donna migliore secondo il Vangelo.
Guardando agli sconvolgimenti che hanno interessato il mondo degli ultimi tempi, mi chiedo se dobbiamo essere terrorizzati dal terremoto o dall’apatia e dall’indifferenza con cui ascoltiamo i resoconti delle guerre e della povertà che arrivano non solo dai paesi del terzo e del quarto mondo, ma che coinvolgono anche coloro che abitano affianco a noi: famiglie che si disgregano sempre di più, miriadi di povertà (una povertà non solo economica ma anche relazionale) che ormai incidono sul nostro stato di vita opulento. E poi, una delle immagini più terrificanti che viaggia su social è sicuramente l’odio razziale che raccoglie sempre più consensi.
Pensando a quanto sia difficile vedere oltre quando uno perde tutto sotto le macerie, capisco quanto sia impegnativo superare le proprie paure; ma fin quando resteremo ancorati ad un pensiero colmo di pregiudizi e rassegnato alle vicende del momento per il nostro cuore non ci sarà mai pace. Un mondo diverso è possibile e ciascuno di noi può realizzarlo!
Lo capiamo bene tutti, il nostro mondo ha bisogno di Speranza: recuperare la fiducia nella bontà della mia vita e di quella di chi mi sta vicino, guardare con la stessa benevolenza tutto ciò che mi circonda. Questo sguardo benevolo ci permetterà di avere più fiducia nel domani, nonostante il momento presente sia difficile; elaborare un giudizio positivo su noi stessi e su chi ci viene davanti ci permetterà di superare gli avvenimenti terrificanti che abbiamo sotto gli occhi, per immaginare e progettare un futuro diverso; imparando ad alzare lo sguardo dalle ferite che ci portiamo addosso e dalle ferite che ci circondano possiamo recuperare quel senso d’attesa di cui è carente la società attuale.
Sperare è attendere una profusione abbondante di gioia nel cuore di chi soffre perché ha perso tutto nel terremoto, nel cuore di chi è solo e infelice, di chi scappa a causa della guerra, di chi si sente schiacciato dal peso della vita e della sofferenza fisica e spirituale. Sperare è impegnarsi a prendersi cura di se stesso e delle proprie relazioni, impegnarsi a costruire un mondo più giusto all’insegna della verità, della fraternità e della solidarietà. È di Speranza che abbiamo bisogno e nonostante le contingenze del momento presente un domani più bello è possibile!
Rimettiamo Gesù Cristo al centro della nostra vita; prendiamo coscienza che le nostre inquietudini sono il sintomo di quanto manca il Signore nella nostra esistenza e nei nostri rapporti sociali; infine prendiamo coscienza che alla base dei nostri fallimenti c’è l’amara costatazione che il Vangelo non è il nostro stile di vita. Ritornare a Cristo per sperare è costruire una vita più bella, nonostante tutto.
«Che cosa è la Speranza? Speranza significa forza di rinnovare il mondo. Forza di cambiare le cose. Nonostante tutto». (don Tonino, Vescovo)
Le Speranze dei Poveri
NON LASCIAMOCI RUBARE LA SPERANZA
Ce lo ha insegnato don Tonino
Don Ferdinando Fodaro
Il mondo cambia ma questa non è la novità. Nei corsi e ricorsi della storia gli uomini si spostano da un capo all’altro del pianeta, acquisiscono conoscenze nuove che li spingono ad andare oltre. Fin qui nulla di nuovo. Ma ora tutto ciò fa paura. Certo è facile puntare il dito sulla ventata di terrore che dal nord Africa e dal Medio Oriente si sta abbattendo sull’Occidente, ma per non cadere in giudizi troppo semplicistici e populisti occorre fermarsi ad analizzare noi stessi. Ce lo ha insegnato in tanti modi don Tonino: se vuoi cambiare il mondo cambia te stesso!
La fobia di incontrare qualcuno dal colore della pelle diverso dal mio, cresciuto in una cultura non occidentale ha totalizzato le nostre energie e ci ha fatto alzare muri difensivi ed elaborare giudizi a priori; abbiamo escluso definitivamente la possibilità che l’altro sia mio fratello, che la sua vita e la sua felicità mi interessa. L’altro è un dono per me, un arricchimento unico e irripetibile, una possibilità che mi si presenta per essere un uomo e una donna migliore secondo il Vangelo.
Guardando agli sconvolgimenti che hanno interessato il mondo degli ultimi tempi, mi chiedo se dobbiamo essere terrorizzati dal terremoto o dall’apatia e dall’indifferenza con cui ascoltiamo i resoconti delle guerre e della povertà che arrivano non solo dai paesi del terzo e del quarto mondo, ma che coinvolgono anche coloro che abitano affianco a noi: famiglie che si disgregano sempre di più, miriadi di povertà (una povertà non solo economica ma anche relazionale) che ormai incidono sul nostro stato di vita opulento. E poi, una delle immagini più terrificanti che viaggia su social è sicuramente l’odio razziale che raccoglie sempre più consensi.
Pensando a quanto sia difficile vedere oltre quando uno perde tutto sotto le macerie, capisco quanto sia impegnativo superare le proprie paure; ma fin quando resteremo ancorati ad un pensiero colmo di pregiudizi e rassegnato alle vicende del momento per il nostro cuore non ci sarà mai pace. Un mondo diverso è possibile e ciascuno di noi può realizzarlo!
Lo capiamo bene tutti, il nostro mondo ha bisogno di Speranza: recuperare la fiducia nella bontà della mia vita e di quella di chi mi sta vicino, guardare con la stessa benevolenza tutto ciò che mi circonda. Questo sguardo benevolo ci permetterà di avere più fiducia nel domani, nonostante il momento presente sia difficile; elaborare un giudizio positivo su noi stessi e su chi ci viene davanti ci permetterà di superare gli avvenimenti terrificanti che abbiamo sotto gli occhi, per immaginare e progettare un futuro diverso; imparando ad alzare lo sguardo dalle ferite che ci portiamo addosso e dalle ferite che ci circondano possiamo recuperare quel senso d’attesa di cui è carente la società attuale.
Sperare è attendere una profusione abbondante di gioia nel cuore di chi soffre perché ha perso tutto nel terremoto, nel cuore di chi è solo e infelice, di chi scappa a causa della guerra, di chi si sente schiacciato dal peso della vita e della sofferenza fisica e spirituale. Sperare è impegnarsi a prendersi cura di se stesso e delle proprie relazioni, impegnarsi a costruire un mondo più giusto all’insegna della verità, della fraternità e della solidarietà. È di Speranza che abbiamo bisogno e nonostante le contingenze del momento presente un domani più bello è possibile!
Rimettiamo Gesù Cristo al centro della nostra vita; prendiamo coscienza che le nostre inquietudini sono il sintomo di quanto manca il Signore nella nostra esistenza e nei nostri rapporti sociali; infine prendiamo coscienza che alla base dei nostri fallimenti c’è l’amara costatazione che il Vangelo non è il nostro stile di vita. Ritornare a Cristo per sperare è costruire una vita più bella, nonostante tutto.
«Che cosa è la Speranza? Speranza significa forza di rinnovare il mondo. Forza di cambiare le cose. Nonostante tutto». (don Tonino, Vescovo)
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