Non confondiamo l’omosessualità con la pedofilia

Lunedì 13 febbraio ho partecipato su La7 a Bianco & Nero, programma di cronaca italiana condotto da Luca Telese e Francesca Lancini. Ero lì perché si parlava di pedofilia nella Chiesa traendo spunto dall’orrendo caso di Gianni Trotta, l’ex-prete dimesso dallo stato clericale per pedofilia nel marzo 2012, condannato ad otto anni per violenza sessuale aggravata e recentemente tornato alla ribalta perché, l’ 8 febbraio 2017, il suo caso era stato riaperto perché accusato ai aver commesso reati dello stesso tipo su un’altra decina di bambini e bambine tra gli 11 e i 12 anni. Erano con me Emanuele Fittipaldi, Giuseppe Cruciani, Giulia Bongiorno e Luisella Costamagna.

Lungo il dialogo che si è sviluppato mi è venuto spontaneo suggerire che il Catechismo della Chiesa Cattolica adotti i termini “pedofilo” e “pedofilia” allorché, nella parte dedicata a “le offese alla castità” (CCC 2351-2356), allude ad essa con un’espressione generica (“Lo stupro è ancora più grave …. se commesso da parte di parenti stretti – incesto – o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati”). In trasmissione ho aggiunto che il Papa usa già questo termine e in effetti, proprio quel giorno, campeggiava sulla prima pagina di Repubblica l’introduzione fatta dal Romano Pontefice al libro di Daniel Pittet “La perdono padre”, che racconta gli abusi che l’autore ha subito per quattro anni da un sacerdote. Lì il Papa scrive: “Per chi è stato vittima di un pedofilo… ” e “… aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni”. Certamente nel 1992, quando il Catechismo venne pubblicato, la pedofilia, e in particolare quella nella Chiesa, era un tristissimo argomento per lo più rimosso: un tabù, qualcosa di cui non si poteva parlare. Ma da allora, prima con Benedetto e poi con Francesco, non è più così. Chiamare le cose col loro nome è un dovere. Doloroso a volte. Ma necessario. Prima che una parola divenga legge che protegge, norma che difende, deve esistere, essere usata nella vita. Non so quale sia la genesi etimologica dell’espressione “pedofilia” ma importa poco perché è la parola usata dalla gente, e il catechismo ha l’obiettivo di divulgare il cristianesimo. Moltissime parole cristiane sono state prima parole pagane. Basti pensare ai termini di “sostanza” e “accidenti” che servono per raccontare la “transustanziazione” dell’ Eucarestia. Gianni Trotta, l’ex-prete, è in carcere perché era un pedofilo e perché ha commesso numerosi atti di pedofilia. Come può la Chiesa sperare davvero di cambiare se neppure osa chiamare per nome questo delitto

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