IlSussidiario – CAOS MIGRANTI A ROMA/ La carezza di un poliziotto salva un giorno da dimenticare
Ieri a Roma ci sono state vicino a Termini delle cariche della polizia contro i migranti che occupavano abusivamente un palazzo di via Curtatone: negli ultimi giorni avevano dormito in Piazza Indipendenza e per questo le forze dell’ordine avevano deciso lo sgombero.
Mentre cerco di ricostruire quanto avvenuto poche ore fa a pochi chilometri da casa mia, mi rendo conto di quanto sia difficile capire come siano andate davvero le cose, non mi passa neanche per la testa di sapere quale sia la verità “oggettiva” dei fatti: mi basta ricordare che è stata di pochi mesi fa l’ennesima rivelazione sugli scontri tra polizia e manifestanti avvenuta nel 2001 a Genova in occasione del G8.
Rispetto ai disordini di ieri, per esempio, non si comprende perché gli occupanti abusivi abbiano rifiutato di trasferirsi nell’altro alloggio che aveva loro offerto il Comune. “L’intervento della polizia – si legge in una nota della questura – si è reso necessario proprio perché i migranti si erano rifiutati di accettare l’alternativa.” La medesima questura poi riferisce che le forze dell’ordine erano state aggredite con sassi, bottiglie incendiarie, bombolette di gas e peperoncino e che l’uso dell’idrante si era reso doveroso per evitare che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili. Se parlassi con i migranti cosa mi racconterebbero? Certamente un’altra versione dei fatti e probabilmente profondamente diversa. Ma, in ogni caso, i migranti, i profughi, e in genere i poveri e i deboli devono assolutamente comprendere che andare contro la legalità può solo danneggiarli. La legge – almeno in Italia – è fatta per difendere i deboli. I ricchi e i potenti, proprio perché tali, hanno sempre i mezzi per cavarsela: Gandhi e Martin Luther King hanno dimostrato che se ci si trova nelle democrazie occidentali i diritti della povera gente riescono a vincere facendosi proteggere dalla legge, non contro di essa o nonostante essa.
In un momento nel quale il dibattito sull’accoglienza è difficilissimo l’unico gancio cui si possono appigliare coloro che, come il Papa, sono per “accogliere, proteggere, promuovere e integrare» (Messaggio per la 104a giornata mondiale dei migranti e rifugiati) è che tale accoglienza, protezione, promozione e integrazione dello straniero avvenga nella legalità. Lo stesso Pontefice, quando nel 2016 viaggiò a Lesbo, rientrò in Italia solo con i profughi che avevano le carte in regole: in quel caso erano musulmani e non cristiani e le polemiche furono feroci. D’altra parte la convivenza e l’accoglienza di un paese devono per forza passare per il rispetto delle leggi di quel paese. Mettersi contro la polizia significa solo spingere ulteriormente l’opinione pubblica contro migranti e profughi perché in un paese libero come l’Italia le forze dell’ordine sono al servizio dei cittadini, non li vessano. È impensabile che la maggioranza degli italiani possa decidere di accogliere degli stranieri se essi non rispettano quelle leggi e quelle forze dell’ordine che gli italiani per primi devono rispettare. Non si può agire occupando case, caricando i poliziotti, altrimenti si fa il gioco di chi gli stranieri non li vuole. Unica pagina bella di questa giornata è la migrante in lacrime consolata dal poliziotto. Che la prende amorevolmente e la porta via dalla confusione generale. Unica luce in una brutta giornata.
Tratto da ilsussidiario.net
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