Condividere la vita per capire il senso della vita...
L'esperienza della carità alle periferie dell'umano:
la testimonianza di un seminarista
della Fraternità San Carlo Borromeo
Missionari alle periferie dell'esistenza.
Si potrebbero definire così i sacerdoti e i seminaristi della Fraternità San Carlo Borromeo.
Scaturita dal carisma di Don Giussani,
è stata fondata nel 1985 da Don Massimo Camisasca
e riconosciuta come Società di vita apostolica di diritto pontificio
da Giovanni Paolo II nel 1999.
Una realtà che oggi è diffusa in tutto il mondo:
dall'America a Taipei, dall'Africa a Budapest ad Asunciòn,
passando ovviamente per l'Italia.
Al Meeting di Rimini si possono incontrare i loro volti sorridenti, testimoni di qualcosa di straordinario che ha investito la loro vita: Gesù Cristo.
Ed è proprio questa la loro missione,
portare la presenza di Dio in mezzo agli uomini,
in tutto il mondo,
in tutti gli ambienti:
scuole, ospedali, parrocchie, villaggi sperduti, grandi metropoli,
case per anziani...
La caritativa
Ed è proprio da un ospizio che arriva la testimonianza toccante di un seminarista, Pietro.
Ogni sabato lui e un suo compagno di seminario
si recano a “Villa delle Magnolie” una casa di riposo per anziani
nel quartiere della Magliana, Roma.
Lì fanno la “caritativa”,
una modalità di condivisione della vita
con chi è perennemente nel bisogno.
I due giovani seminaristi passano qualche ora del loro tempo libero
ad ascoltare gli anziani e a scherzare con loro:
“Ci raccontano della mensa che non va,
della Roma che vince o che perde,
di Papa Francesco che è molto bravo
ma anche della loro vita e dei loro figli.
Qualcuno ci racconta le sue fatiche e i suoi drammi più profondi.”
La preghiera con Sandro
Un giorno vanno da Sandro,
un ragazzo in carrozzina a cui, pochi istanti prima,
era venuto a mancare il padre.
“Mi è venuto spontaneo proporgli di pregare con lui l'Eterno riposo
e di parlargli del Paradiso.”
scrive Pietro
“Quella volta ho capito che condividere me stesso
arriva fino al punto di affermare la mia speranza di fronte alla morte.”
E da quel momento in avanti hanno iniziato a pregare
più spesso tutti insieme.
Ha ricominciato a dire il rosario
“Ti accorgi che delle loro sofferenze soffri anche tu
e che proporgli di offrirle alla Madonna
è quanto di più vero si possa fare.
” Un giorno poi incontrano una signora costretta a restare a letto,
che si lamentava per i dolori della malattia.
“Le abbiamo proposto di offrire la sua sofferenza a Maria,
dicendole che anche lei aveva sofferto molto.
La signora, con occhi nuovamente luminosi,
ha incominciato a dire il rosario.”
Amare ed essere amati
Ma qual è il senso più profondo di questo gesto?
“In caritativa” racconta Pietro “capisci concretamente
che sei stato creato per amare ed essere amato.
Quando un anziano inizia a raccontare donandoti un po' di sé
e tu lo ricambi con la tua attenzione,
capisci che hai bisogno di accogliere per essere te stesso.
E' bello ricevere ringraziare,
ma è ancora più bello assomigliare sempre di più
a Colui che dà”
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