Condivido, pienamente
di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
Ci vorrebbe un telefono azzurro anche per la liturgia.
Anzi, soprattutto per la liturgia.
Un telefono al quale i cattolici normali possano rivolgersi
con fiducia e denunciare gli abusi.
"Pronto, Telefono Azzurro per la Santa Messa? ...
LE CHIESE RIDOTTE A LUOGHI PROFANI
II primo abuso, il più diffuso, è consistito e consiste nella inesorabile riduzione delle chiese a luoghi profani.
Luoghi nei quali si entra e si esce come da un centro commerciale, senza genuflessione e senza saluto al Santissimo Sacramento,
che del resto in moltissime chiese è relegato
in posizioni misteriose ed introvabili,
quando non addirittura fatto accomodare in locali attigui al tempio.
I protagonisti di questa secolarizzazione delle chiese
sono gli architetti e chi li ha incaricati,
che hanno realizzato mostruosi edifici,
i quali nulla hanno di sacro e spiccano
anzi per la loro oggettiva bruttezza.
La conseguenza di questa autentica profanazione è
che le chiese sono diventate luoghi importanti
solo quando vi si riunisce l'assemblea
e inizia quella che menti teologiche raffinate definiscono
"l'azione liturgica".
Fino a un secondo prima della Messa,
la folla discorre amabilmente,
si guarda in giro per vedere chi ci sia,
controlla già impaziente l'orologio.
Gli inginocchiatoi, per una preghiera di preparazione alla Messa, restano desolatamente vuoti,
sempre che ancora siano presenti.
Del resto, non è raro che lo tesso sacerdote
giunga trafelato in sacrestia all'ultimo minuto,
indossando in fretta e furia casule di nylon su camicioni
dotati di praticissime cerniere lampo.
Finita la Messa, in chiesa si scatena la bagarre,
come all'uscita da San Siro a fine partita:
la gente per lo più si da a una fuga precipitosa,
altri si salutano calorosamente
e ad alta voce si raccontano le ultime novità.
Insomma, si "da corpo a una comunità viva".
Il ringraziamento nel raccoglimento e nel silenzio?
Roba preconciliare.
Nel tabernacolo, Nostro Signore presente nel Santissimo Sacramento, del tutto ignorato, assiste solo e silenzioso
alla volgarizzazione della sua casa.
Nella quale non mancheranno, ovviamente,
applausi ai funerali,
discorsi dal pulpito di sindaci atei per commemorare il defunto, concerti e conferenze,
senza nemmeno preoccuparsi di lasciare vuoto il tabernacolo.
...
LA CONSACRAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA
Quello che è, appunto, il Sacrificio e dunque il cuore della Messa scorre via spesso come un breve, rapidissimo momento qualsiasi del rito. Anzi, sotto il profilo quantitativo e perfino rituale, la lettura della "Parola" la predica, perfino la preghiera dei fedeli e l'offertorio, sovrastano in modo impressionante la fase della consacrazione. Potremmo dire che la assorbono, a causa di sacerdoti che la celebrano con la lena di un velocista, riducono l'elevazione a un istante infinitesimale, scelgono da sempre la preghiera di consacrazione più rapida e mai quella più simile alla Messa antica; e non si inginocchiano, limitandosi a un deferente inchino orientaleggiante.
L'ANDIRIVIENI PER LE LETTURE & LE "QUOTE ROSA"
Una delle pietre miliari consiste nel protagonismo dei laici. I quali devono conquistare più metri possibili sull'altare, proprio come i giocatori di rugby devono guadagnare campo per avvicinarsi alla meta. Il reclutamento di tali laici da liturgia subisce sorti altalenanti: si va dalle parrocchie (poche) nelle quali cattolici adulti sgomitano per avere un ruolo e così "animare la Messa", a parrocchie (quasi tutte) in cui i laici vivono con fastidio o persine terrore il reclutamento frettoloso che precede la Messa (o che avviene a Messa già iniziata). Alcuni agenti del parroco vagano alla ricerca di chi "farà la prima" (lettura) o di chi porterà all'altare le offerte. Avendo cura di garantire che il 50% dei lettori siano donne, in omaggio al genio femminile. Che viene parimenti esaltato anche dal numero di chierichette dalle lunghe chiome fluenti che occupano l'altare, a tutto detrimento dei declinanti e ormai rari chierichetti di sesso maschile.
...
L'OMELIA VUOTA E INASCOLTABILE
Non si tratta propriamente di abuso liturgico, ma di abuso della pazienza dei fedeli. Sarebbe auspicabile una moratoria dalle prediche di almeno un anno, per verificare se alla fine il silenzio non possa risultare più sano delle ormai trite e ritrite dosi di cattiva teologia tardo novecentesca, cui è drammaticamente aggrappata gran parte del clero attuale.
LA CONSACRAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA
Quello che è, appunto, il Sacrificio e dunque il cuore della Messa scorre via spesso come un breve, rapidissimo momento qualsiasi del rito. Anzi, sotto il profilo quantitativo e perfino rituale, la lettura della "Parola" la predica, perfino la preghiera dei fedeli e l'offertorio, sovrastano in modo impressionante la fase della consacrazione. Potremmo dire che la assorbono, a causa di sacerdoti che la celebrano con la lena di un velocista, riducono l'elevazione a un istante infinitesimale, scelgono da sempre la preghiera di consacrazione più rapida e mai quella più simile alla Messa antica; e non si inginocchiano, limitandosi a un deferente inchino orientaleggiante.
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