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Il gigante buono e la bambina
"L'ho salvata:
voglio adottarla"
AUGUSTA -
L’ha ribattezzata Haya, che in arabo vuol dire “vita”, ed in effetti questa bimba di circa un anno strappata al mare è come se fosse nata per la seconda volta. La piccola, che adesso sta bene ed indossa una camicetta bianca e una salopette di jeans, dorme placidamente tra le braccia del suo salvatore, un giovane siriano, grande e grosso, che dice di chiamarsi Hamiad. Un “gigante buono” che non molla un attimo la “sua” bambina, mentre parla a bassa voce per non svegliarla. Seduto sul ponte della nave della Guardia Costiera Fiorillo, appena attraccata nel porto di Augusta, Hamiad ricostruisce le fasi drammatiche del naufragio e del salvataggio parlando con un mediatore culturale di Medici senza frontiere. Accanto a lui un’infermiera del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta, che controlla con uno sguardo dolce e carico d’affetto la bimba addormentata, e un uomo dell’equipaggio, completamente avvolto da una tuta sanitaria bianca e dalla mascherina, che sembra un marziano. «Quando il barcone si è rovesciato - racconta - l’ho vista galleggiare su un pezzo di legno, l’ho subito afferrata prima che annegasse e non l’ho più lasciata fino a quando non sono arrivati i soccorsi». Il comandante della Fiorillo, il tenente di vascello Giuseppe Maggio, sottolinea che la bimba è stata salvata anche grazie all’intervento immediato dei suoi uomini. È stato lui a fornire il latte in polvere e i pannolini per la bimba: «Ho una figlia della stessa età - spiega - e prima di partire ne ho fatto una scorta per un’eventualità come quella che si è presentata». Haya, intanto, continua a dormire, ignara di tutto quello che sta accadendo intorno a lei.
Sull’unità d’altura della Guardia Costiera si trovano 348 dei 364 superstiti del naufragio, ma nessuno di loro ha riconosciuto la bimba. La speranza è che la mamma o il padre della piccola si trovino sul Pattugliatore Foscari della Marina Militare, che approda poco dopo ad Augusta con altri 112 migranti. Tra di loro vi sono alcuni sopravvissuti dell’ultimo barcone naufragato domenica sera sul quale si trovava la piccola, che viaggiava quasi certamente con i suoi genitori. Ma anche questa speranza viene frustrata da una tragica realtà: Haya è rimasta orfana. Ed è proprio Hamiad il primo a farsi avanti: «Sono stato io a salvarla - sottolinea - e adesso non intendo lasciarla da sola. Se non si trovano i suoi parenti chiederò di adottarla... ». L’ennesimo gesto di generosità da parte di questo “gigante buono” fuggito dalla guerra e dagli orrori in Siria per approdare in Sicilia con in braccio la piccola Haya, la bimba vissuta due volte.
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