Le ragioni della speranza
DOMENICA 30 NOVEMBRE 2014

La liturgia della Parola domenicale
commentata da padre Ermes Ronchi


Avvento vuol dire letteralmente avvicinamento, venire vicino
Un tempo di incamminati, in cui tutto si fa più vicino: 
Dio a noi, noi agli altri, io a me stesso. 
In cui impariamo che cosa sia davvero urgente: 
abbreviare distanze tra noi, tracciare cammini d’incontro.
Nel vangelo il padrone se ne va e lascia tutto in mano ai suoi servi.
Da parte di Dio un atto di fiducia totale nell’uomo; 
da parte dell’uomo, l’assunzione di una responsabilità totale. 

Come custodire e coltivare i beni di Dio che abbiamo fra le mani?
Il mondo e ogni vivente? 

Il vangelo oggi propone due atteggiamenti di base: 
fate attenzione e vegliate.

Vivere con attenzione è l’altro nome dell’Avvento e di ogni vita vera. 
Ma attenti a che cosa? 
Attenti alle persone,
alle loro parole, ai loro silenzi,
alle domande mute 
e alla ricchezza dei loro doni. 
Quanta ricchezza di talenti sprecati attorno a noi, 
ricchezza di intelligenza, di sentimenti, di bontà, 
che non sappiamo vedere, di cui non ci prendiamo cura. 
Attenti al mondo grande, 
al peso di lacrime di questo pianeta barbaro e magnifico,
alla sua bellezza, alle sue creature più piccole e indispensabili: 
l’acqua, l’aria, le piante. 
Attenti a ciò che accade nel cuore, 
nel piccolo spazio dove sono posto a vivere.

Il secondo verbo: vegliate. 
Contro la vita sonnolenta, contro l’ottundimento del pensiero, 
contro il lasciarsi andare, vegliate. 
Perché c’è un futuro; perché siamo nell’incompiuto, 
perché viene una pienezza già entrata nei nostri giorni, 
ma ancora come piccolo seme. 
Vegliate per una esistenza nella consistenza, 
con una direzione e un approdo. 
Vegliate su tutto ciò che nasce, 
sui primi passi della pace, sui germogli della luce.
Vegliare come un guardare avanti, uno scrutare la notte, 
uno spiare il lento emergere dell’alba, 
perché la notte che preme intorno non avrà l’ultima parola.

Attenzione e vigilanza sono i termini tipici dell’Avvento, 
del tempo dell’attesa. 
Solo le madri sanno l’attesa, 
sanno che attendere è l’infinito del verbo amare.
È sempre tempo d’Avvento, sempre tempo di vivere con attenzione,
sempre tempo di adottare strategie di risveglio della mente e del cuore,
e non arrendersi al primato – illusorio – del male e della notte, 
non dissipare bellezza, 
non corrompere mai
l’innocenza della speranza...........

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